314 namenti tulli di marmo. Nel suo angolo vi è un piccolo campanile, poligono nel-I’ esterno e internamente circolare. La cupola maestosamente trionfa. La volta, veramentestupenda, è scompartita in 5o cassettoni quadrati, riuniti da altri minori di variato contorno. Abbonda di dorature, e negli sfondati de’cassetloni maggiori vi sono dipinte mezze figure di Santi del Vecchio e Nuovo Testamento. Dice il Moschini : il gran soffitto è opera del Pennacchi, il quale non seppe raggiungervi le leggi del sotto in su, perciò priva di effetto prospettico, come vi seppe trovare la bellezza delle forme, vaghezza e sapore di colorito : ma veramente tali leggi poco si conoscevano alla sua epoca. Il Campagna fece le due bellissime statuette de’ due altari laterali, esprimenti s. Chiara e s. Francesco d’ Asisi ; e il Rubellini i due bellissimi getti di Angeli nel maggiore altare. Questo tempio è pure magnificamente abbellito nell’ester-no da due ordini di pilastri con piedistalli e trabeazione, i quali ricorrono in giro a tutto l’edilìzio; decoroso ornamento che converrebbe fosse osservato in tutti i templi, perchè il Selva trova disdicevole che l’architettura sfoggi la sua splendidezza nelle sole facciate, ed abbandoni ora i lati visibili ad una non caratteristica e troppo negletta semplicità. Il i.° di questi ordini è corintio; la fronte de’ suoi pilastri è scorniciata, ed in quelli che fiancheggiano la porta principale e le due nel lato, vi sono scolpili variarabeschi. Il 2.° è ionico co’pilastri accannellati, e su’ loro capitelli impostano gli archi che sostengono la ricca trabeazione, sopra cui nella facciata, per quanto è larga, gira un maestoso frontone semi-circolare, che ha nel mezzo una gran finestra che dà luce alla chiesa, e due minori laterali cieche, mentre la 3." superiore illumina tutto lo spazio frale volte e il coperto. Sulla porta al di fuori è collocala una mezza figura di Maria Vergine in marmo coll’ epigrafe Pyrgoleles, nome assunto dallo scultore Lascaris, secondo il costume de’suoi tempi, iu cui gli artisti prendevano nomi greci; era nato meglio a Padova, che a Venezia. Gli ornamenti di scultura, elegantissimi quanto mai possa dirsi, sono espressi nelle licordate tavole, che rappresentano parte de’ principali. 54- Francescane, dels. Sepolcro. Sono discordi gli scrittol i nel decidere a chi appartenga il merito della fondazione del monastero, ma Corner narra cu’ documenti, che Elena Celsi nobile veneta, divenuta vedova di Vioni, si diè a vita ritirata e pia, esercitandosi nella carità cristiana. Desiderosa che simili religiosi edi-fizi si continuassero dopo morta, con testamento del 1409 assegnò la metà di sua casa per abitazione di povere e di vote donne, delle quali già ne avea accolto qualche numero; e l’altra destinò per ospizio di quelle pellegrine, che per I’ acquisto delle ss. Indulgenze portavansi a’ santuarii sì d’ Italia e sì d’ oltre mare ; frequente essendo allora in Venezia l’approdo di quelli che bramavano opportunità di trasporti a’ Luoghi santi di Palestina. I commissari deputati in esecuzione della sua volontà, ridotta ad uso di pie-coli domicilii e d’ospitale ricetto I’ ampia casa posta in contrada di s. Giovanni in Bragora, nel sestiere di Castello, vi fecero alzar vicina una cappella sotto il titolo di Maria Vergine presentata al Tempio, che resa più ampia di poi, fu per un s. Sepolcro eretto in essa a perfetta somiglianza col vero, chiamata la chiesa del s. Sepolcro. Non passò molto tempo dal compimento delle fabbriche, quando dal regno di Negroponte, fatalmente soggiogato da’ turchi, giunsero a Venezia coi miseri avanzi della nobiltà di quel paese, Beatrice Venier e Polissena Premarino vedova, le quali prive d’ogni umano soccorso furono accolte nel 1471 nella parte della casa destinata a povere donne, ove santamente vivendo disposero i principii del nobile monastero in cui po-