di essi, col s. Titolare, è del moderno Lattanzio Querena. Il grandioso deposito a Renato de Voyerde Palmy, morto ambasciatore in Venezia, fu scolpito ila Peri ati con disegno che gli venne da Roma. Nell’ altro altare Paris Bordone dipinse con molto suo onore le 3 grandi figure de’ ss. Pietro, Andrea e Nicolò. Pittoresco partito è quello di s. Pietro, che sembra guardare con invidia il fratello s. Andrea, a cui un Angelo reca la palma del martirio. La mezzaluna vi fu aggiunta nel 1722 da Giovanni Bambini, modernamente restaurata dal Fio-riaii. Nella vicina cappella la Nascita di Gesù, è del Savoldo; opera di tinta bellissima e di condotta diligente. Anche qui alletta il partito di que’ curiosi pastori, introdotti con giuoco pittoresco. Nella sagrestia la tavola dell’ altare con 1’ Annunziata, s. Michele e s. Antonio, è affatto Vivarinesca. In faccia all’ altare, è bell’opera e ben conservata di Gio. Bellino, il quadretto con Maria Vergine, che ha a’Iati i ss. Gio. Battista e Caterina : di fianco è il ritratto del decesso doge benefattore C. Moro, bel lavoro di G. Bellino. All’ altra parte della chiesa, la tavola del i.° altare dipinta in gran piastra di rame, con Maria Addolorata fra’ ss. Francesco e Antonio nell’ alto, e s. Diego al basso, è opera di Carletto Ca-liari sì bella da sospettare che Paolo vi aiutasse il figliocon qualche colpo del suo facile pennello. La penultima cappella il Meschini la congettura scolpita da Pietro Lombardo: l’ultima lo fu d’Antonio Rosselli fiorentino. L’orto botanico, fondato per disposizione governativa dal fu prof. Francesco Du Pré, venne poi allargato e disposto dal padre e da’ figli Ruchin-ger, e di presente è tenuto in bell’ordine dall’espertissimo giardiniere-botanico Giuseppe, uno de’lodati figli. Serve l’orto alle lezioni delle pubbliche scuole rea- li, a quelle del ginuasio ec., ed è riguardalo unode’più ricchi e ben tenuti d’Europa. Di forma quadrilunga, si estende 307 in area per lo spazio di metri 18,662, compresi i fabbricati e il piazzale che lo prospetta. E' cinto a due lati dall’acque della laguna, che ivi formano canale. Contiene più di 5,5oo piante, prime delle quali si notano per dimensioni gigantesche, la Yucca aloifolia, il Piala-nus orìentalis, il Moruspapyrifera, la Gleditschia triacanteros, due Ginko biloba maschio e femmina, un’ Arauca-ria excelsa della Nuova Olanda. Vi è quindi copiosa collezione di piante grasse spettanti a molte famiglie e generi, stimata la più numerosa ora esistente in Italia ; ed altra collezione ricchissima di Camelie saliente al numero di 25o diverse specie. La disposizione di quest’orto botanico presenta, quando giardini a disegno, con molte specie di piante tagliate a piramidi e ad altre forme ; quando viali fiancheggiali da fitte spalliere di Laurus nobilisj quando boschetti con cinte di Saxus boccata ; ove recinti, ove serre tepidarie e calidarie, ed ove terreni quadrali, in cui sono disposte le piante secondo il sistema di Linneo, ed ove raccolgonsi le altre piante medicinali, divise dalle tintòrie, e da quelle che serbano in sè veleno. Nè qui mancano recessi ombrosi seminati di ruderi antichi, nè canali in cui allignano piante marine; nè un pittoresco rialzo, divisato a modo di colle, in cima al quale postandosi, vieo fatto dominare la circostante Laguna e la prossima stazione della ferrovia. In breve, è uno stabilimento che offre studio e diletto. Conosco di Fortunato Luigi Naccari, Flora Veneta, Venezia 1826, presso Leone Bod-vecchiato. 48. Agostiniane di s. Lucia. Soppresse le monache nel 1810, la chiesa esiste, e la descrissi nel § Vili, n. 4< delle parrocchie. Il loro chiostro, demolito in parte, oggidì serve ad uffizi di dogana per le merci della strada ferrata. 4g. Cisterciensi e Benedettine d’ O-gnissanli, ora delle Cappuccine Con-