penosissima vita , e condurli a ricovero nell’ospizio a ciò destinato. Non è noto con quali regole al principio si governasse la pia congregazione ; solo si conosce che presiedeva al luogo un rettore e un vice rettore, e che furono prese in nflitto 17 case nel sestiere di Castello, non mol- lo lontane dal convento di s. Francesco della Vigna, per collocarvi i bambini e-sposti; donde poi il luogo fu denominalo Corte di lla Pietà, lasciata più tardi nel 1 475 in legatodaLuci eziaDolfin all’ospedale stesso del la Pietà.Crescendo fiat tanto all’eccesso nella popolosa Venezia, anche per la sua condizione di città maritiima e pel concorso conlinuodi grande numero di stranieri di molte nazioni , quello altresì degli esposti, per l’accoglimento e nudrimento de’quali divenuti ristretti i luoghi, e non proporzionale le forze dei confratelli, fr. Pietro quale priore attuale del luogo, saviamente dispose di dividere i maschi dalle femmine, e lasciando di quelli la cura alla confraternita, consegnò queste ad una congregazione di lispettabili matrone che a lai oggetto istituì nella vicina chiesa di s. Maria della Celestia, di cui nel dello §, n. 9.4, sotto l’invocazione di s. Maria dell’ Umiltà. Comprò poi ben ampia casa nella parrocchia di s. Gio. in Bragora, nello slesso sestiere, che lasciò nel suo testamento, fallo con dispensa apostolica, per perpetuo uso de’tniseri esposti; indi l’tiomo di Dio nel 1353 passò a ricevere nell’altra vita il premio destinato a’misericordiosi. Però, tosto insorsero varie contese a sturbare così lodevole istituto; poiché fra le due congregazioni cui era affidala la cura degli esposti, cominciarono a nascere gare e prelese pel governo esclusivo del luogo, le quali prontamente furono sopite dalla pubblica provvidenza, stabilendo che alla direzione locale del pio istituto fossero scelte e preferite le donne come più capaci nell’esercizio d’allevar i figli; e poi decretò il maggior consiglio a’i5 dicembre dello stessei353,che la priora del- 353 l’ospedale fosse eletta dalla congregazione delle donne di s. Maria dell’Umiltà, tri a dovesse confermarsi dal doge, a cui ed a’ suoi successori fu raccomandato il pio luogo in perpetuo padronato. Nondimeno nel i356 nuovo tentativo si fece per interrompere il felice corso dell’ opera pia, quando il rettore della confraternita degli uomini, unito ad alcuni confratelli, trasportò il sodalizio a s. Maria Gloriosa ile’ Frari; ina si oppose la parte più sana de’ confrati, e così la scuola di s. Francesco fu ripristinata nella primitiva chiesa ove era siala istituita, decretandosi non doversi mai rimuovere. In seguito raffreddatosi, e non mollo dopo totalmente e-slinlo il caritatevole fervore de’confrati pel pio luogo, restò alle sole donne il peso di ricevere e nudrire i fanciulli d’ambo i sessi; onde comprale olire a5 case l’aggiunsero all’ospedale dilatandone il recinto, per supplire al necessario accoglimento de’bambini abbandonati. Conoscendosi quindi dalle savie matrone, che per gli affari più gravi aveario bisogno di consiglio e di aiuto, elessero 4 assennati patrizi, per dirigersi colla loro prudente assistenza. A questi ne aggiunse alcuni altri nel i54o Lucrezia Grilli priora, ond’eb-be principio la congregazione, che poi assunse il pieno governo interno ed esterno del pio luogo. Dappoiché nel 1 57 1 essendosi il solilo numero de’ governatori aumentalo a 14, fu stabilito che la congregazione delle matrone fosse in avvenire convocata ne’casi di bisogno. Così andòestin-guendosi la benemerita congregazione di s. M.adeH’Umiltà, la qualeelesse nel 1 6o4 1’ ultima priora dell’ospedale, che restò poi iiuicameiilesoggetla alla congregazione de’nobili. Dalla carità di questi incessantemente assistilo il pio luogo, potè col-l’aiulodella divina provvidenza mantenere un numero ragguardevole di fanciulli, farli istruire ne’ dogmi di nostra s. Religione, e poscia opportunamenteapplicar-h a (¡rialche esercizio adattalo alla loroa-bililà.Quantunque fossero molti e beu di-