170 NICOLA I POETA il suo programma, mandando un saluto agli erze- govesi e agli altri serbi non liberi, nelle sue poe- sie che sono lette avidamente anche molto al di là delle frontiere del Montenegro. Queste poesie, nelle quali le allusioni sono quanto mai traspa- renti e nelle quali talvolta anche senza allusioni dice chiaramente il suo pensiero, non sono molto gradite ai Governi da cui dipendono popolazioni serbe. Ma vedono probabilmente tutto il ridicolo che ricadrebbe su di loro se sollevassero a questo proposito degli incidenti. Non si può mica seque- strare il libro di un sovrano, e di un sovrano ri- spettato e considerato come Nicola I, al modo stesso con cui si sequestra un piccolo giornale battagliero per un articolo ritenuto sovversivo.... La sua poesia è ognora ispirata dal senti- mento patriottico. Sia ch’egli scriva nella sua tran- quilla casa di Cettigne, durante le lunghe giornate invernali, quando in un ambiente troppo angusto e ristretto per la febbrile sua attività, egli trova un conforto e uno svago nello studio e nel lavoro letterario, sia che l’estro lo ispiri in mezzo al rumore della battaglia, la sua poesia e i suoi versi cantano sempre le glorie e le speranze della pa- tria. Fu ad Antivari, all’ indomani di una serie di combattimenti nei quali, come a Vutchidol, più volte egli costrinse coloro che lo circondavano a fargli dolce violenza per impedirgli di esporsi