ili s. Francesco. Tosto fiorì sino al numero ili 3o e denominale Fremile Cappuccine di Mazorbo. In memoria del padronato e della liberazione dalla peste, la comunità di Mazorbo ogni anno si recava in processione per la festa di s.Rocco nella chiesa a ringraziar Dio. 22. Buratto, Bui 'annui o Boreanum. Isola e città, formante un comune appartenente al distretto della provincia di Venezia, da cui è distante circa 5 miglia, e una da Torcello, posta sulle Lagune. Sebbene non molto estesa, è però popolatissima di circa 8,000 abitanti, secondo il Moschini, o di 7,000 al dire del Dizionario veneto. Meglio è ritenere la legale cifra dello Stalo personale che nella sua parrocchia novera anime 5,ooi. Vivono la maggior parte con applicarsi alla marineria, alla pesca, alla caccia del sei-vaggiume acquatico, alla coltivazione degli orti e ad altre industrie. Il terreno è fertilissimo e mollo coltivato, somministrando in abbondanza frutti ed erbaggi. Le donne lavorano merletti a- punto in aria assai celebri, ed un tempo di maggiori lucri, anzi dal Dizionario veneto sono delti preziosi, finissimi e d’ ottimo gusto, paragonati a que’ di Fiandra, e che si lavorano anche in Mazorbo. Altre donne di Durano incedono per Venezia vendendo o acquistando vecchie vestimenta e cenci. Il dialeto o accento de’ buranelli è alquanto particolare da quello degli altri isolani e de’ veneziani, pronunziando le vocali doppie e allungate. Un tempo avea quelle chiese e que’aio-nasteri soppressi, che riferirò col Corner. Ora appartiene Durano nello spirituale alla vicaria foranea di Torcello, ha per parrocchia s. Martino, padronato de’ca-pi di famiglia, con parroco, due cooperatori e sagrista ; s. Maria delle Grazie, chiesa sagi amenlale; e J. Filippo Neri,o-ratoi io non sagratnenlale. Fra le altre isole, nelle quali i cittadini d’ Aitino si ricoverarono, una fu quella di Barano o Borcano, così chiamata dagli attillati 69« slessi in memoria d’ una porta di loro cillà che riguardava verso settentrione. Ma come quest’ isola, situata presso al Porto di Tre Porti, troppo esposta all’escrescenza del mare, poco dopo co-minciòad esser corrosa ne’suoi fondamenti dall’ impetuoso corso dell’ acque, così i numerosi abitanti prevenendo il pericolo di sommergersi, si rifugiarono nel g5g ad un’altra emineute e dilatata palude fra Mazorbo e Torcello, e stabilito cogli abitanti di Mazorbo, nel dominio de’quali era la palude stessa, un anuuo censo, ivi fissarono il loro domicilio, denominando il luogo medesimo col nome dell’abbandonata isola Buratto nuovo, eh’ è l’esistente di cui ragiono. Quivi per l’assistenza spirituale di loro anime fondarono la delta chiesa sotto l’invocazione di s. Martino vescovo di Tours (lo Stato personale la dice eretta nel 995), fu inseguito rifabbricata, e neli63oconsagrata da Marc’Antonio Martinengo vescovo di Torcello (fu fatto vescovo nel i643, e ben a ragione dichiara lo Stato personale, che la cousagrazione l’eseguì nella 4-* domenica d’ottobre 1645). Riposano in essa i corpi de’ ss. martiri Albano vescovo di particolar divozione qual protettore principale dell’isola, Orso e Domenico, de’ quali è popolare tradizione, non appoggiata a documenti, che rinchiusi in una grand’arca di marmo galleggiando sopra 1’ acque approdassero a quest’isola ; e non essendo valevole la forza di tutto il popolo per trarre a terra il grave deposito, questo poi con somma facilità fosse eseguito da teneri e innocenti fanciulli. Aperta poi la cassa, vi trovarono i 3 Corpi santi, con quest’iscrizione incisa in marmo, che tradotta dal Ialino suona : Albano vescovo e Domenico eremita ambedue atl una stessa ora furono uccisi per Cristo. Per eternar poi la memoria di tanto prodigio, fu la stessa arca di marmo riposta sotto la mensa dell’ altare, sul quale furono de-posli i ss, Corpi, e da quell’ora si accese