Fiorini, e per consulti ice M.’Diaua,Crivelli. Furono accolte da M.a Cristina Od-doni suocera d’Angela amorevolmente, e comprata colla propria dote una casaopportuna in Murano, ivi si tradussero per effettuar la nuova fondazione. Resasi nota a Venezia l'esemplarità di vita delle divote donne, chiesero molle d’aggregarsi a loro, divenendo superiora della casa 0 monastero la fondatrice Ptdadini. Contiguo fu eretto in onore deli’ Immacolata Concezione, piccolo e ben ornalo oratori o,con permesso de’ i g agosto i 600 del vescovo di Torceilo Antonio Grimaui, e di potersi celebrar la messa, e da un capitolare della matrice ricevervi i sagra-menti, ma quelli pasquali nella matrice slessa, che dovevano riconoscere per parrocchia coll’ annuo censo di due candele di cera. Ricevè l’oratorio lo spirituale decoro del capo di s. Chiara martire, e di molte insigni reliquie, provenienti dalle catacombe di Roma. L’ oratorio e la casa soppressi nella generale distruzione de’ pii istituti, passarono altrove i suoi nobili dipinti.—S.Gio.Ballista. Corsoli 110 degli Ubbriachi mercante fiorentino abitante in Venezia, con testamento deli 337 di-spose la fondazione d’un ospizio e ospedale in Murano, per ricevervi e alimentarvi 1 poveri, facoltizzandogli eredi ad eleggerne il priore. In breve fu eretto il pio luogo sotto l’invocazione di s. Gio. Battista, ed il priore fu confermato dal vescovo diTor-cello Jacopo Morosi ni, che considerandolo rettore di casa religiosa, gli assegnò luogo proprio per I’ intervento ne’sinodi diocesani. Nello stesso i.°anno dell’istituzione oi34r, il priore Massimo si recò dal vescovo di Torceilo, in presenza de’pievani della matrice e della parrocchia di s. Stefano, nel cui confine era il pio luogo, ed ottenne di far celebrare per se e pe’ poveri ricoverati la messa quotidiana, nell’altare di s. Demetrio martire, eretto nell’ospedale, a condizione di contribuire alla matrice due misure di vino nella festa dell’Assuuzione, tito- 685 lare di essa, e il cappellano dovesse rendere al pievano gli ossequi d’uso. Di più ottenne di costruire nel recinto sepolcri per se e successori, e pe’ poveri del pio luogo. Intanto nel 1 348 alcuni divoli uo« mini per unire iu un medesimo luogo gli esercizi di misericordia e di religione, formata precedentemente sotto il titolo di s. Gio. Battista una congregazione, e-ressero contiguo all’ ospedale un oratorio, ove oltre l’assistere i poveri dell’ o-spedale, potessero orare e flagellarsi; e perchè dalla loro pietà ne provenissero suffragio a’defunti, stabilirono nell’altare di s. Vittore martire deH’oratorio una messa quotidiana. Tale fu poi il credilo che colla loro esemplarità si acquistarono i confrali, che nel 1437 mancalo l’ultimo de’patroni dell'ospedale, il vescovo di Torceilo Filippo Paruta ne concesse ad essi il padronato, col diritto d’eleggere il priore, e d’allora in poi si disse il pio luogo, s. Gio. Battista de’ Battuti. Per le vicende de’tempi minorate le rendite dell’ ospedale , nè più essendo sufficienti al inautenimento degl’ infermi e de’poveri, fu statuito che il luogo fosse assegnato per accoglimento de’pellegriui onde ospitarli due giorni. La confraternita, già fin dal 1466 ammessa dal consiglio de’Dieci al godimento delle prero-guli ve delle scuole grandi di Venezia e ad esse unita, con permesso della 9. Sede rifabbricò ne’ principii del secolo XVI l’ospizio reso cadente e l’oratorio ridotto a chiesa ampia, innalzando gli altari di scelti marini, e di questi pur anco incrostò la magnifica facciata esterna, coll’al-tre compita neli56g, in forme sansovi-nesche in parte, che superstite mostra l’elegante semplicità de’ Lombardi , ed arresta piacevolmente lo sguardo del fo-tastiere, al dire del Currer sullodato. Ma il cav. Cicogna riferendo gli artisti che vi lavorarono, prova quanto accennai con lui e secondo il dichiaralo dal Moschini; vale a dire che forse i Lombardi l’incominciarono, e poi eoa architettura alla 80