,44° la sede vescovile di Cittanuova o Eraclea, fu aggregata al patriarcato di Grado. 11 successore Micluel fu l'ultimo patriarca che risiedesse presso la chiesa di s. Silvestro; ed altresì fu l’ultiiuo patriarca di Grado, il cui patriarcato fu soppresso nell 451 alla sua morte da Nicolò V, e fu saggio consiglio; poiché questo pastore non poteva inai o quasi inai recarsi a sedere nella sua cattedra, ed era costretto a dimorare costantemente nell’altrui diocesi, esercitando la sua giurisdizione, ed anche questa non di rado contrastatagli, sulle io parrocchie che possedeva in Venezia, onde molteplici e a-spre furono le controversie giurisdiziona- li che i patriarchi ebbero co’vescovi di Castello. D’ altronde non era lieve sconcio, che in una stessa città sedessero due pastori ed avessero in tutti gli angoli e le contrade di essa, frammischiate qua e colà, le chiese a loro soggette; tutte poi, anche quelle che appartenevano al patriarcato di Grado e ne formavano la diocesi, s’intitolassero indistintamente Castellanas Dioecesis. Le quali chiese appartenenti al patriarcato di Grado, in città furono: s. Giuliano, s. Silvestro, s. Matteo di Rialto, s. Jacopo dall'Orio, s. Martino, s. Maria de’Crociferi, s. Apollinare, s. Bartolomeo, ss.Canzianoe Canzianilla, s. Croce di Luprio, e ss. Gervasio e Pro-tasio. Su quest’ ultima, dopo gravi discordie tra il patriarca e il vescovo di Castello, esercitavano entrambi la giurisdizione promiscuamente , in vigore d’ una transazione del io4i- Su di esse per altro, come notò il Gallicciolli, non godeva il patriarca di Grado, nè piena autorità, nc tulle l’entrate, ma proporzionava soltanto su queste pel suo sostentamento. 1 prelati gradesi, oltre la chiesa di s. Ar* eludano iu Costantinopoli, possedevano altre chiese nel Negropoute. Ed erano soggette alla loro giurisdizione auche altre parrocchie e monasteri in Grado ed al di fuori ; sui quali, per la maggior parte, passò poscia il diritto al patriarcato di 167 Venezia; e queste ne formavano la diocesi, e da queste siccome dalle suindicate traevano la loro sussistenza. Anzi, dopo la soppressione del vescovato d’ Eraclea, alcune parrocchie di esso vennero sotto il patriarca di Grado, altre furono unite alla diocesi di Treviso, e altre a quella di Ceneda. Non è poi vero, che i principali beni del patriarca gradese fossero quelli de’vescovati soppressi di Equilio e di Città Nova; poiché Equilio fu estinto i5 au- lii dopo la soppressione del patriarcato di Grado. Soppressa dunque la sede patriarcale di Grado, fu altresì soppressa la vescovile di Castello, e fu eretta con esse, mediante una sola diocesi, la nuova sede patriarcale di Venezia, composta di tut-lociò che alle due chiese apparteneva, e che formava d’entrambi le giurisdizioni, i proventi, i privilegi. Colle rendite della chiesa di Grado passò ne’patriarchi di Venezia anche il palazzo di residenza contiguo alla chiesa di s. Silvestro, che fu poscia dato a livello a’ confratelli della celebre scuola di s. Rocco nel i486. In esso dunque il sodalizio risiedè per qualche tempo; finché allettato dall’opportunità d’un più ampio e più comodo locale nella parrocchia di s. Pantaleone, là si trapiantò, avendo però lasciato nella chiesa di s. Silvestro luminosi contrassegni di sua divota munificenza. La chiesa tuttora continua ad essere parrocchia, 3.adecania e decanato patriarcale, onde il parroco è anche decano, i parrocchiani essendo 449I- Ha per chiesa succursale s. Giovanni Elemosinano, di cui nel prossimo n. 58; per oratorio sagrameutale la chiesa di s. Jacopo di Rialto, della quale parlerò nel n. 59 ; e per oratorio non sagrameutale la chiesa di s. Apollinare,discorsa nel n. 55. Le chiese pai rocchiali soggette alla decania sono : s. Simeone profeta, s. Cassiano, s. Maria Gloriosa , s. Giacomo dall’ Orio , e s. Nicola da Tolentino. La chiesa di s. Silvestro, ridotta, come si disse, a nuovo stato nel 1838, conta solo ora le seguenti opere pittoriche.