s.Maria Odorifera. Da tali mutazioni ili nome nacque grave dissensione tin’confratelli ,i in perocliè alcuni di essi per divozione a s. Cristoforo,si separarono e stabilirono la loro compagnia col doppio tito- lo di s. Maria dell’Orto e di s. Cristoforo. Accresciute poi le discordie fra le due divise confraternite,passò quella di s.Maria Odorifera ad unirsi nella chiesa di s. Marziale,con altra antica scuola già fondata nel 1296 sotto il titolo di s. Maria di Grazia. Tale unione permise il consiglio de’Dieci nel 1424>confermando alla scuola de'Mercanti il nome di s. Maria del-l'Orto e di s. Cristoforo.A questa dipoi si unì altra antica confraternita stabilitane! 1261 presso la chiesa di s.MariaGloriosa de’Frari,col titolo dis.Maria de’Mercanti, sotto la protezione di s. Francesco d’A-sisi ; onde la scuola di s. Cristoforo assunse la triplice denominazione di s. Maria dell’ Orto, di s. Cristoforo e di s. Francesco. Intanto gli umiliati depravati ne’costumi,divenuti insoffribili pe’pub-blici scandali, il consiglio de’Dieci dopo processo, nel >46i ottenne da Fio II che il patriarca Bondumiero riformasse lo scorrettissimo monastero, con introdurvi virtuosi regolari, essendo fuggiti i rei. Pertanto il patriarca nel 1462 l’aflidò a* canonici regolari, o secolari come li chiama il Corner, della congregazione di s. Giorgio in Alga esemplarissimi.Tentarono gli umiliati la ricupera del luogo,e ne persuasero il Pupa,sinoa ordinare al nunzio di Venezia di rimetterli in possesso. Però il senato avvertito il loro generale, che avrebbecacciato i religiosi da tutti i veneti domimi, ed istruito meglio Pio II delle commesse iniquità, questi approvò la loro espulsione e l’immissione de’cano-ilici illustri per edificanti costumi. Scarse essendo le rendite al sostentamento loro, e gli edifizi bisognosi di notabili ri-stauri, sebbene pare che la chiesa abbia avuto bisogno di rifabbrica nel 1 399, i canonici dopo essere sta ti conferma ti daSisto IV nel 1473, pensarono al rifacimento 293 totale del luogo, nella forma in cui oggidì si ammira: la facciata forse allora restaurata in gran parte, crede il Cicogna sia l’antica in origine eretta da fr.Tiberio, comesi riconosce dallo stile e dagli stem mi laterali alla maggior porta esteriore. A canonici, AntonioLauripievanodi s. Martino nel i477 cede il suo priorato di s. Michele di Mirano diocesi di Padova, che fu unito al monastero. A questo poi il celebre Cardinal A leandro protettore della congregazione, lasciò in legato la cospicua libreria, che trasportata nel uionasterodi s. Maria dell’Orto, fu incenerita da fatale incendio. I canonici vi rimasero due secoli, finchèCIemeiite IX avendone estinta la congregazione a 6 dicembre 1668, applicò i monasteri colle rendite a sussidio dell’asprissima guerra, che sosteneva la repubblica veneta contro i turchi a difesa di Candia. Opportuna fu tale occasione pe’mooaci cisterciensi della congregazione di s. Bernardo, detti Borgognoni di Lombardia, i quali con grave incomodo di salute per l’insalubrità dell’aria, a-lutavano nel rovinoso monastero di Tommaso o s. Antonio diTorcello. Avea-no essi stabilito trasferirsi in Venezia, neH’acquistata vasta casa nel 1 ^94* ma poi sciolto il contratto, erano rimasti nella squallida abitazione. Esposto quindi a pubblica vendita il monastero della Madonna dell’Orto, la congregazione cisterciense lo comprò a’5 settembre 1669, con approvazione del nunzio di Venezia Lorenzo Trotti arcivescovo di Cartagine. Ragguardevole è in questa chiesa il simulacro gigantesco di s. Cristoforo, dal Morazzone formato sulla proporzione a-natomica d’alcune sue reliquie venerate in diversi santuari della città, fra le qua- li porzione d’osso d’una gamba, nel 1470 trasferito da Inghilterra a Venezia. Qui sono pure le reliquie de’ss. Innocenti, di s. Maurizio martire e di s. Liberale confessore. L’ anniversario della consagra-zione di questa chiesa celebrasi da immemorabile tempo a’ 5 settembre, dice 3t