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te »ite preziose, fra cui la preziosissima <lel gran Tiziano Vecellio, ormai temendo per se e dell’eslremo eccidio di Venezia, conosciuto vano ogni umano rimedio, implorò la divina misericordia, facendo voto d’innalzare un magnifico tempio in onore di Gesù Cristo Redentore dell’uman genere, a quindi annualmente col doge recarvisi a rinnovare i rendimenti di grazie. Propose il procuratole Tiepolo,a decoro della città e per utilità della studiosa gioventù, d’in-tialzarlo presso s. Vitale e consegnarlo a’ non meno esemplari gesuiti, a vantaggio dell’educazione de’giovani. Ma considerando il senatore Donato, poi doge, che per l’erezione del collegio e scuole troppo tempo occorrerebbe all’adempimento del voto, consigliò esser più agevole fondarlo in ampio sito nell’isola dellaGiudec-ca,e affidarlo a’poveri cappuccini con minore dispendio. Questa opinione prevalse a’18 settembre 1576, onde furono preposti alla fabbrica Agostino Barbarigo e Antonio Bragadino, ne’ cui fondamenti il patriarca Trevisan a’3 maggio 1577 pose solennemente la prima pietra benedetta, e la medaglia esibita in disegno dal Corner, ove vedo espressa l’Adora-zione de’Magi coll’annoi576,e nel rove-scioil prospetto e un fianco del tempio,coll’epigrafe: Redemptori 1 otum. mdlxxvi. Appena cessalo il flagello, il senato riconoscente, religioso e munifico degnamente si volse a sciogliere il volo, commettendo l’erezione della fabbrica al più famigerato architetto; e con allogare a’ viventi luminari dell’arte pittorica Pao-
lo	Veronese, Jacopo Tintoretto, Francesco Bassano e altri, di colorire le tavole degli allari. Innalzavasi la magnifica chiesa per consegnarla a’ cappuccini, quando questi compresi da timore che tanta sontuosità troppo disconvenisse alla loro rigida povertà, ricusarono d'acceltarla se Gregorio XIII non l'avesse permesso, il quale tosto Io concesse. Ridotta a suo compimento nell’in-
terna struttura, nella facciata marmorea, negli abbellimenti con pitture de’ più celebri autori, e statue di bronzo, a’27 settembre i5g2 la consagrò il patriarca Priuli. Subito nel chiosilo fiorirono in santità e dottrina illustri religiosi , fra’ quali il Corner celebra quel mirabile questuante, vittima di purità, il patriarca Correr, Giustiniani vescovo di Chioggia e poi di Treviso, Bragadino vescovo di Scardona e poi di Chioggia. I cappuccini uffiziarono la chiesa sino al 1810, iucui neppur essi furono risparmiati nella generale soppressione, ed allora pel decreto de’12 aprile la chiesa venne destinata a parrocchiale della Giudecca in luogo di s. Eufemia. Dipoi restituiti il convento e la chiesa a’cappuccini, con sovrana risoluzione dell’8 giugno 1822, ritornò a s. Eufemia l’antichissima sua parrocchialità. Nel convento, compresi i superiori, vi dimorano 63 cappuccini. Questo tempio dagl’ intelligenti è considerato il più magnifico, bello e corretto edilizio che l’arte risorta vanti in Italia, capola-vorodel vicentino Andrea Palladio. Leggo nell’acre Milizia. Il senato veneto ordinò aPalladio d’erigere a’cappuccini un tempio semplice. E d’unasola navata, lunga piedi 92 e larga 46 con 3 cappelle sfondate su caclaun lato, e con tribuna a croce, coperta al centro di maestosa cupola. Dietro la tribuna è il coro (d’u-tuile struttura qual conveniva a’cappuccini), con due sagrestie in arabo i iati, e due campanili rotondi con iscale a lumaca. L’ordine corintio regna per tutta la chiesa; ed un initior ordine corintio regge gli archi delle cappelle, la di cui cornice architravata ricorre tra gl’ inter-colunnii intorno al tempio. Tutti gli altari sono d’una rara bellezza e semplicità (modelli di perfezione), fuorché l’altare maggiore, eh’ é una golferia del seco-
lo	XV11 (poiché opera sfortunatamente d’altra mano, dal senato nel 1679 ordinata all’architetto Giuseppe Massa, e insieme scultore de’due manierati bas-