da chicchessia, a qualunque ecclesiastico 0 secolare, dell’uno e dell’ altro sesso; e che quanti colà dimorano siano per conseguenza esenti dalla parrocchiale e da qualsiasi altra dipendenza. In sostanza, come rimarca Corner, il priorato, l’ospedale, i poveri, i ministri de’roedesimi, Nicolò V dichiarò esenti ila qualunque sog-gezionealla chiesa parrocchiale dis. Marziale. Per le quali pontificie concessioni, cominciarono sin d’ allora i priori ad e-sercitaie, e tuttora all’uopo la esercitano , libera e indipendente giurisdizione parrocchiale nella loro chiesa e sulle persone dimoranti nella loro residenza , e addette al servizio della chiesa e dell’annesso ospedale. In seguito, per quante controversie siano stale promosse o dalia Curia patriarcale o da’pievani di s. Marziale, anche avanti alle magistrature civili, i priori di s. Maria della Misericordia vi rimasero sempre vincitori. Nota il Corner, comunque sia del titolo della fondazione in discorso,nel riconoscere che dopo la sentenza del b. Quirini, la famiglia Moro continuò sempre pacificamente ad esercitare la giurisdizione di presentare il priore, tultavolta fu assunto pure da altre famiglie, come il Negri di cui parlo, e il Savina di cui in appresso. Ma oltre questi due esempi , quanto alle persone nominate da’Moro, senza che ne portassero il cognome, altri la presente serie ne fornisce, g. Andrea era insignito della dignità priorale nel 1482 e nel 1 4g6 , la quale trovasi vacante nel i4g8. 10. Giovanni de Vico nel i5o8 concesse in livello alla confraternita della Misericordia una casa di proprietà del suo priorato. 1 1. Mauro de Zuanne fu eletto nel 1 537.12. Gio. Matteo de Scur-lis, canonico della patriarcale, già fioriva nel 1544, e morto nel gennaio 1553, more veneto, cioè un anno dopo ossia nel 1 554 (l’era veneziana e nazionale, di cui anche nel § XIX, n. 2, e per conseguenza l'anno ad uso veneto, nelle carte antiche si nota colla frase latina more ve- neto, ovvero colle due iniziali M. V., e cominciava col mese di marzo, cioè prima a’ 25 e poi per maggior comodo al l.°di esso: laonde secondo il more romano, o calcolo comune, i mesi di gennaio e febbraio appartenevano sempre all’ anno precedente a quello del veneto), fu deposto nella sua chiesa entro la tomba preparatasi, di cui si conserva la pietra coll’epigrafe scolpita. 13. Francesco Moro prete, eletto a’16 gennaio 1554, già uno de’4 cappellani del priorato, ebbe g competitori. i4- Luigi Agostini non per anco sacerdote, nominato nel 1571, mori nel gennaio < 590, more, veneto, cioè i5gi, e giace tuttora sepolto nella chiesa abbaziale, al 1." entrarvi per la porta maggiore a sinistra, con onorifico epitaflìo. 15. Girolamo Savina nel 1591, uomo celebrato per pietà ed erudizione, massime per la sua rinomala e pregevole Cronaca Savina, come la qualifica l’ab. Cappelletti. Per le rare sue doti carissimo a Papa Clemente Vili, il quale col breve Romanus Pontifex, de’ 1 7 maggio 1600, decorò lui e tutti i priori successori di prelatizie insegne,cioè dell’abito e rocchetto de’protonotari apostolici, e dell’uso de’pontificali come gli abbati regolari, cioè anello, baco lo pastorale, mitra, croce pettorale ec., cioè nella propria chiesa celebrando solennemente la messa e altri divini uffizi, ed in essa compartire al popolo adunato la solenne benedizione, quando aliquis Episcopus, velantistes, aut Scdis apostolicae Lega-tus vel Nuntius aut aliuspraelatus stt-perior praesens non fieni. Si apprende ancora dal diploma pontificio, che si continuavano a celebrare nella chiesa priorale le divine ufiiziature per mezzo di g mansionari,di 4 cappellani e di 3 chierici; non che il diritto de’ priori d’avere ne’si-nodi, sì provinciali che diocesani, il 2." posto dopo il patriarca, ed in essi pure il Papa gli autorizzò d’incedervi vestili di rocchetto e dell’abito de’ protonotari della s. Sede. D’allora in poi cominciarono i