chiesa, monastero c altre fabbriche si demolirono, compì elidendosi il suolo ne’ pubblici giardini dov’è la montagnola. 37. Agostiniane grigie di s. Andrea Apostolo, volgarmente de Zirada. Con unanime sentimento di fervorosa carità unitesi le matrone venete Francesca Correr, Elisabetta Gradenigo,Elisabetta So-ranzo e Maddalena Malipiero, determinarono d’erigere neH’estreina parte della città, chiamata dall'angolo che forma , Cao o Cavo de Zirada o Zira (girata di canale), nel sestiere di s. Croce, 1111 o-spedale nel quale potessero servire a Dio, esercitandosi nell’ esemplare ministero d’assistere alcune povere donne, vedove e cittadine, ivi per scelta loro raccolte, ed a proprie spese mantenute. A tal effetto ottennero a’ 18 dicembre i3?.g dal capitolo della chiesa parrocchiale di s. Croce di Luprio la facoltà di fabbricare la casa di ricovero per povere donne sotto l’invocazione di s. Andrea Apostolo, mediante conipenso.Ottennero pure l’approvazione del vescovo Delfino, anche per poter erigere una chiesa e un monastero con r eligiose soggette a’vescovi di Castello, e superate le opposizioni delle vicine monache di s. Chiara. Le pie matrone ne’pii esercizi di carità vissero senza osservare alcun istituto sino al i3/(6, quando già essendo morte la Correre la Gradenigo, le superstiti Soranzo e Malipiero, unitamente ad altre 7 compagne nel caritatevole uffizio, determinarono di stabilire nel pio luogo un monastero regolare, implorando a tale effetto la protezione del virtuosodoge Andrea Dandolo,che loro e al monastero di s. Andrea di Girada dell’ordine di s. Agostino l’accordò con padronato de’dogi successori, come di pubblica ragione. Nello stesso 1346 il vescovo Nicolò Morosini tutto approvò, acconsentendo che nell'ospedale si potesse erigere 1111 monastero d’agostiniane con vesti di color grigio; l’esentòdalla soggezione de’vescovidi Castello,ma col censo an-duo in favore di essi d'uua libbra di scelto 29 r incenso ci rea nella festa del s. Titolare.Sopravvissuta laSoranzo,nel 1347 elessea!.’ priora Giacomina Paradiso, successa da altre approvate da’dogi. Nel 1383 il vescovo Angelo Correr stabilì alcune costituzioni, e per la stima che faceva del.mo-nastero, divenuto Papa Gregorio XII nel i4o6, lo ricevè sotto l’immediata protezione della s. Sede, autorizzando la priora a imporre il velo nero alle professe, e concedendo il proprio confessore con facoltà d’assolvere ue’casi riservati. Beneficate l’agostiniane da Gregorio XI l,gli restarono ubbidienti, come legittimo e vero sommo Pontefice, ed anche quando il senato ordinò a tutti i religiosi riconoscere per Papa Alessandro V e poi Giovanni XXIII,dichiarando esser contente piuttosto di venir espulse dalla città. Dipoi Papa Martino V confermò le concessioni del predecessore, evi aggiunse plenarie indulgenze allora singolari. Tutto confermarono, con altre grazie, Eugenio IV, Calisto III e Sisto IV. Tutto questo prova l’alta riputazione a cui era salita ¡’esemplarità delle religiose, rendendone pure illustri testimonianze cospicui soggetti presso il Corner. L’antico istituto di servire e alimentare povere donne continuò anche dopo la formazione del monastero, finché nel 1684 la pia opera fu indiata, col permesso del patriarca, nel-l’obbligo di ricevere fra il numero delle suore converse 12 povere figlie senza dote. Nella chiesa, fabbricata dalla famiglia Boncia, si collocarono molte insigni reliquie, cioè notabile parte del corpo di s. Maria Cleofe, un osso del braccio del s. Titolare, alcune ossa de’ss. Innocenti, un osso di s. Bartolomeo apostolo, due leste delle Compagne di s. Orsola, e il corpo di s. Saturnino martire tratto da’romani cimiteri. Bisognosa la chiesa di dispendiosa restaurazione, considerando il senato essere il monasteroanlico padronato della cillà di Venezia, nel 1475 contribuì generosa sovvenzione; e compita la rifabbrica con 5 altari, il 1,° dicembre 1507 se-