208 pubblico desiderioedal culto divino, sotto l’aulica invocazione del Profeta santo prima che nato, protettore de’cavalieri (che nel corso di quasi 700 anni e sotto il successivo reggimento di 70 gran maestri, armati di ferro e di fede, alternarono cogli esercizi di pietà le guerresche a-zioni), per la festa del medesimo Precursore di N. S. Gesù Cristo. Anche il nobile ech.cav. Giuseppe Manara, compilando da ultimo la Storia dell'Ordine di Malia né suoi Gran Maestri e Cavalieri, sulle traccie di M. de Saint-Allais (Milanoe Lodi tip. Wilcnant 1 846, in 4-° fig.),ha riportata la relazione suddetta, dove appunto fu ricordato che il làusto giorno del riaprimeuto della chiesa fu insieme destinalo per l’inaugurazione e possesso del gran priore. Si recò a celebrarvi la messa il patriarca Cardinal Mo-nico, dopo la quale colla consueta grave e fiorita eloquenza pionunziò quella gratulatoria e commovente orazione o Discorso, di cui dissi alcune parole nel citato articolo , descrivendo la splendida e decorosa funzione, ed i cospicui personaggi che v’intervennero. 11 Discorso,tanto applaudito, impresso con bella edizione di questi stessi tipi, dal proprietario di essi cav. Giuseppe Battaggia, che qual console pontificio fu presente alla solennità, fu da lui dedicalo al Cardinal Lam-bruschini. Così dopo un’assenza di 9 lustri il sagro militare ordine Gerosolimitano ricomparve in Venezia sotto gli auspici'! del suo celeste patrono s. Gio. Battista; e riprese il posto d’ onore che gli conveniva , fra quelle istituzioni che si resero più benemerite della religione, deH’umanilà e della civile coltura. «Cou sì fausto riuscimento di contentezza comune, prendevano a rifiorire in Venezia le virtù e le glorie de’cavalieri di Malia, ch’ebbero già lanta parte nell’imprese e nelle vittorie navali de’ veneti. E così possa brillare sopra di essi la luce di quegli eccelsi destini, che stanno ancora chiusi nel seno impenetrabile del futu- ro”. Tanta solennità fu in elegante quadretto egregiamente disegnata , coll’ interno della chiesa, i 3 altari, e la folla di personaggi intervenuti, senza confusione e distintamente espressi, dall’ abile suo autore Giuseppe Gatteri di i3 anni , il quale divenne ed è uno de’ più bravi artisti numerosi che popolano l’illustre Venezia. Nobilmente il commendatole Sca-rei la, che vado a lodare, per ossequio e riverente omaggio filiale lo donò al l’a-pa; il quale conoscitore del mio affettuoso trasporto per tuttociò che riguardava i suoi e Venezia, si degnò favorirmelo. Mi coni piaccio assai di posseder lo, per rappresentare una dignitosa funzione, il cui prototipo è Sua Eccellenza fr. Gio. Antonio Cappellari della Colomba mio amorevolissimo, e di cui mi glorio goderne d’antico tempo la preziosa benevolenza; e lo tengo appeso accanto al grazioso disegno colorito della casa di sua proprietà io Venezia, non comune per la spaziosa corte scoperta interna (nel sestiere di s. Croce, presso la già scuola grande di s. Giovanni Evangelista, della quale ragiono nel § XIII, n. 2), e sempre mi ricorda i bei giorni deliziosi passati nella gran città in sì nobile e cordiale ospizio. Notai per ultimo nel ricordato articolo, che il Papa consegnò al nobile veneto Taddeo Scarella, cavaliere e segretario capitolare dell’ordine, per la chiesa del gran priorato un calice con patena, tutto d’oro. E siccome ivi dissi averlo Gregorio XVI insignito del grado e insegne di commendatore di s. Gregorio e di s. Sii. vestro, qui aggiungo che poi gli conferì pure il primario ordine di Cristo, in premio d’importanti servigi a lui resi ed al-l’ordineGerosolimitano; ecou testamento olografo,insieme al Cardinal Mario Matlei sotto-decano del sagro collegio, lò dichiarò esecutore di esso per Venezia e Belluno, con qnell’onorifico elogio e doni che pubblicò a p. 786 la Gazzetta privilegiata di Venezia nel 1846. Meritò poi, che ad esuuerure il zelaute cardinale di