158 naie, che lale famiglia, poi estintasi nel 1296, la dedicò a s. Caterina. Nella cronaca di Savina si dice eretta nel 966 a spese de’Tron, Giusti e Odoaldi. Ma il Dandolo nel descrivere il vastissimo incendio del 11 o5, nominando tutte le chiese e parrocchie incenerite, dalle quali è circondata la chiesa di s. Eustachio, di questa non fa menzione, ond’è probabile che ancora non fosse fabbricata. La 1.“ sicura memoria di essa è del 1290, ed essendo già parrocchia.Nell’anno accennato 1678,abbattuta l’antica cadente, dal pievano Donato Trevisan,fu alzata l’odierna più grande e magnifica , indi ridotta a perfezione con nobilissimi altari, ed esteriore facciata di marmo, per la cui erezione lasciò in legato quanto occorreva il doge Mocenigo, morto nel 1709 e ivi sepolto. 11 patriarca Corraro la consagrò a’ i5 luglio 1745. Nell’altare de’ss. Martiri titolari si venerano le loro reliquie, equel-la di s. Gio. Crisostomo. Fu parrocchia, collegiata, e filiale di s. Pietro di Castel- lo fino al 1810. Attualmente è oratorio sagramentale della parrocchia di s. Cas-siano. 11 disegno della facciata, d’ordine composito, è di Domenico Rossi, e quello deH’interno è di Giovanni Grassi. In questa chiesa si ha ulteriore provagliela pittura in Venezia circa la metà dell’altro secolo avea onorati coltivatori. La tavola di s. Lorenzo Giustiniani e vari altri Santi è del Bambini, l’altra col santo Titolare,del Camerata, la3."con s.Osvaldo, del Balestra. Nell’altra parte 1’Assunta è del Migliori, i ss. Andrea e Caterina, giovanile lavoro dell’Amigoni. Il Crocefisso in marmo lo scolpì Giuseppe Tor-rctti precettore del Canova. 48. S. Maria Mater Domini, anticamente s. Crisiina. L’eresse nel 960 o 969 alla Madre di Dio la famiglia Cappello,essendo tradizionechene’suoi principi'! fosse sotto l’invocazione di s. Cristina verginee martire,ed ufiiziata da monache, perchè la Santa vi ha l’altare e il rito di contitolare, ed in vicinanza un si- to detto Corte delle monacheyargoment* deboli per asserire la Santa 1." titolare) mentre l’altare fu eretto nel 151 o dal pie' vano Angelo Filomati. Esisteva la colle" giata nel 1 188, agli ecclesiastici della quale Clemente III confermò le concessioni del vescovo di Castello Marco Nicola. Minacciando rovina, per ¡’assidue cure del Filomati nel principio del secolo XVI o nel 1520 fu rinnovata da’fondamenti con disegno dell’interno di T.Lombardo, e dell’esterno del Sansovinojed all’altare della cappella maggiore fu collocala una palla d’argento lavorata a manifattura greca , di cui è fama fosse tradotta da Costantinopoli dopo il 1204, derubata nel 1797 dal gallo invasore. Nell’altare a sinistra della maggior cappella si venera la divota immagine del Crocefisso, trasferita a Venezia da Messina, e prodigiosamente preservata nel tragitto da replicate procelle.Il pievano Giovanni Palazzi la donò a questa sua chiesa e le fabbricò sontuoso altare di marmo, che per essere di stile barocco, fu di recente rimosso, e sostituito da un altro altare tolto dalla soppressa chiesa di s. Maria Maggiore. Indi neli56i vi fu istituita una confraternita in onore della ss. Croce. Lucio vescovo di Sebenico consagrò la chiesa a’25 luglio i54o, in assenza del patriarca. La congregazione di s. Maria Mater Domini, una delle IX del clero, vi fu istituita nel 113o, secondo il Corner. Non è più parrocchia, collegiata, e filiale di s. Pietro di Castello. Trovasi succursale di s. Cassiano dall’epoca della generale concentrazione delle parrocchie. Questa chiesetta contiene bellissimi oggetti d’arte. 11 primo altare ha sculture di buon gusto cominciate da Lorenzo Breguo , e terminate d’ Antonio Minello. La tavola del Catena dell’altro altare, giudiziosa, amorosa, delicata e di sapore, oifie s. Cristina in sul punto di esser gettata nel lago di Bolsena : Cristo la benedice dall’alto e le manda da un Angelo la bianca stola; nel piano vi ha