(unta quasi in egnal distanza fra s. Ni-colò di Lido e I’ antica cattedrale di Castello, a cui era per vetusta giurisdizione soggetta. Una è quella di s. Andrea del Castello, l’altia a ponente a bieve distanza, di s. Andrea della Certosa e anche solamente Certosa, Per la comunanza del nome e la vicinanza, qui d'ainbedue ragionerò, essendo loro prossima l’isola di s. Elena. Col eh. Emilio di Tipaldo, e fruendola da’ Siti pittoreschi, parlerò prima dell' isola propinqua che contiene il gran Castello di s. Andrea al Lido, poi della Certosa. Fra I’ isolette che circondano Venezia, la prima che si offre allo sguardodel navigante ch’entra dulia parte del Lido è s. Andrea, in cui fu eretto un fui liticalo castello, denominato Castel Nuovo, per distinguerlo dal Vecchio o di s. Nicolò, i quali formando la bocca del porto servono da quel lato a difesa delle Lagune. Si disse ancora Castello di s. Andrea, dalla chiesa della vicina isola, il cui nome lo trasse egualmente dal tempio. E' distante due miglia dalla Piazzetta di s. Marco,avendo circa 3oo passi nella sua maggior larghezza, e quasi un miglio di lunghezza da libeccio a greco. La i.* gloriosa memoria riferita dalla storia risale al i353, in cui nella guerra co’genovesi, la loro armata navale minacciando le venete Lagune, s’im-pedi loro l’ingresso con grossa catena di lerro sprangata tra’due nominati castelli. Indi col volger de’secoli la prudenza e accortezza del veneto senato, provvide a ben più forti difese. Ponendosi in guardia da Solimano II sultano de' turchi, di dubbia fede e d’insaziabile avidità di vaste conquiste, ad assicurare in miglior guisa la cillàdornitianle, fece murare nel-l’isoletta di s. Andrea una foltezza non solo atta ad offendere, ma altresì ad arrestare un’ armata che avesse osalo d'oltrepassare il porlo del Lido. Fu affidala la direzione di sì malagevole e importantissimo incarico a Michele Sanmichrli, la cui speriineutata sommo perizia gii a- 6a5 vea acquistato fama d’ inventore d’ un nuovo metodo di fortificazione. » Ideò pertanto la fronte di questo castello con 5 corpi, essendo quello di mezzo quasi un bastione rotondo,con cortine laterali, che sugli estremi ripiegano all’ indentro fucinando le due testate. Nel centro del bastione fece risaltare la porta di 3 archi con colonne, ed ornato alla dorica di assai elegante e soda struttura, rimanendo aperto il solo arco di mezzo, e gli altri due chiusi ad uso di cannoniere. Otto di queste cannoniere collocò nel bastione, 7 |ierciascunn cortina,5 per ognuna testata, ed essendo ogni cannoniera un arco,e trovandosi la soglia di quello a fior d'acqua, di necessità dovea I’ artiglieria giuncare sempre orizzontalmente, battendo quella della destra il canale interno,quella del* la manca l’ingresso, in guisa tale che lo navi esser doveano colpite sempre di fronte. A lutto questo aggiunse Sanmicheli, senza dire degli spalti, de'lerrapieni, delle piazze e de’ quartieri di meravigliosa ampiezza, una casamalta a vólto reale, e con ispiraceli, a riparo sicuro delle milizie, e per allestire e per maneggiare ivi più comodamente le artiglierie, lasciando iu fine nel mezzo del castello a cavaliere uno degli antichi torrioni anzidetto, onde scoprire e dominar si potesse da colà lutto intorno l'orizzonte del inare e della Laguna. Compiuta sì meravigliosa opera, narra Vasari seguito da altri, non mancò gente maligna, elio andava vociferando essere bellissima, e falla dietro ogni buona regola, uulladi-meno rimanere motivo a temere, chea-doperando in un medesimo tempo tanto artiglierìe non aves«c la fortezza a rovi, naie. Volle la signoria far tornare a vuoto siffatte dicerie ; (ter lo che comandò, site allontanale di Venezia in un prefisso giorno le dame menile paurose, si recassero al ni|pvo castello in quantità farti» gliei ie del più glosso calibro, e clic tuoniate eziandio olire il consueto, io un medesimo istante si dovesse scaricare. Fatto