lo nella scuola veneta ¡1 vero metodo di studiare. Egli disse : studiate gli antichi, ricordate il vero, non dipingete il marmo ). Nell’ altro, con Mosè disceso dal monte colle tavole della legge e l’A-dorazione del Vitello d’oro, mede meraviglia che il pittore vi segnasse con tanta diligenza e maestria quelle tante figure in tanta varietà di movimenti. Fu saggio consiglio l’introdurvi nell’alto Mosè che riceve la legge ; poiché era impossibile in tale forma di quadro offrire quel soggetto in modo, che l’occhio d’un colpo lo potesse raccogliere. Bensì l’altro quadro poteva esser diviso in varie scene: cosa che il pittore vi compì assai bene. Nella 2.* cappella, all’altra parte, è dello stesso Tintoretto la tavola con s. Agnese, la quale prego perchè sia ritornata la vista al figlio del prefetto, che avea osato affissarla ignuda fra’tormenti. E' disegnata con meraviglia, e dipinta con tale vaghezza, che riconcilia col pittore eziandio Tallirne che atteggiate alle grazie si disgustanodi que’suoi dipinti divenuti soverchiamente opachi. Trasportala a Parigi fu poi qui restituita. Ne’due laterali ricchi depositi, il Vittoria scolpì i due busti del Cardinal Gaspare Conlarini,e del procuratore di s. Marco Tommaso Contarmi. E grande danno che non rimangano più le opere di prospettiva e storia di cui furono i fratelli Rosa di Brescia tenuti in sì gran conio da Tiziano, per aver falto brillare il soffitto e il fregio di questa chiesa, ora del lutto rinnovato. Ab lingue leonem. Nella nuova edizione delle Venete Fabbriche, si comprese pure la facciala di questa chiesa, che fu ivi illustrata da Francesco Zanotto. Il campanile eretto slaccalo alquanto da un fianco della chiesa, n’è ammirabile per la grandiosità, solidità e buona maniera, cb’è condotto. La salita n’ è facile e trova compenso chi non lascia di montarlo. Le Fabbriche di Venezia, ora dette, ci dierono due tavole di questo campanile colle illustra» 295 zioni del Selva. Dice questo sapiente. I Campanili o Torri Campanarie, sono un genere di edilìzi più propri nella loro decorazione per 1’ architettura detta gotica, di quel che per la regolare che noi professiamo. La limitata misura delle loro basi di confronto all’estesa loro altezza, che si reputa il pregio primiero di tali fastose moli, forma un soggetto pe’moderni architetti non il più agevole a sortirne con onorificenza: tanto più che i greci ed i romani non avendo usato campanili, manchiamo in ciò de’ loroe-seinplari. Il più celebre nell’Europa, nel- lo stile chiamalo gotico,è quello diiSi/vz-sburgo, tanto per la di lui altezza, maggiore di qualunque altro, che per la preziosità del suo lavoro. L’Italia è pure ricca di questi edilìzi che fanno l’ornamento delle città, vedute particolarmente da lontano; e rinomati a preferenza sono quelli di Cremona, di Firenze e di Pisa. Primeggia in Venezia il campanile di s. Marco, e sopraslanno in grandezza agli altri quello di s. Francesco della Vigna, di s. Maria Gloriosa e di s. Stefano. Tranne quello già celebrato di s. Marco, gli altri non ispirano interesse particolare. Quello però di s. Maria dell’Orlo, se lascia desiderare al dotto nell’arte una più proporzionala divisione nelle sue parti principali, si preseuta nondimeno con piacevole effetto. Vi sono nelle bell’arti monumenti, che quantunque non perfetti esemplari, aprono peròl’aditoa ragionate composizioni. Tale fu d’avviso il Selva, doversi reputare il campanile in discorso, particolarmente qualora si rimonti alla metà circa del secolo XV, e-poca di sua erezione, ritenendo in esso in qualche parie del gusto gotico in allora non per anco interamente spento, e al presente nuovamente in voga. Non sono molti anni che il campanile ottenne un pieno ristauro dalla sovrana munificenza, conservatrice solerte de’ monumenti splendidissimi dell’arti, che ornano ad ogni passo questa bellissima e siu-