razione, per quanto dirò ili lei d’interes-sanle e singolare, parlando della seguente non più esistente chiesa, culto che ora riceve in questa, come già feci cenno nella sua biografia. Il deposito del generai Cappello nella facciata, lo scolpì Domenico da Salò, ed è opera di buon effetto. Nel i.* altare la tavola in 6 comparti con s. Barbara in mezzo, qual capolavoro eli Palma il Vecchio, è da stancare qualunque lodatore. Nel vicino aliare la tavola in 3 comparti, diligente e di buon gusto, di Bartolomeo Vivari-ni. Nella crocerà è di L. Bassano l’ultima Cena del Signore, ed il coro si decorò con affreschi bellissimi del fu cav. Pietro Padelli. Ora è soggetta alla decania di s. Pietro, nella sua parrocchia sono anime 4372. Ha per chiesa succursale quella di s. Leone IX, di cui tratto nel n. g di questo §, e per oratorio non sagramentale l’annesso risiaurato edilizio dedicato alla B. Yergine della Salute. 8. S. Marina, era parrocchiale, collegiata e filiale di s. Maria Formosa, come indicai nel numero precedente; e credesi eretta nell’anno io3o dalla famiglia Balbi: la parrocchia fu soppressa nel 1808, epoca della prima concentrazione, ed allora divenne succursale, indi nella 2.a concentrazione del 1810 la chiesa fu chiusa, in seguito demolita e trasmutata in abitazioni profane. L’acquisto prezioso del sagro corpo di s. Marina vergine,fece che l’antica chiesa parrocchiale dedicata a s. Liberale vescovo di Canne e martire, ed ancora a s. Alessio, fosse poscia col di lei nome comunemente chiamata. Questa rinomatissima santa, la di cui invitta pazienza viene egualmente celebrata dalla Chiesa greca e dalla latina, nacque in Bilinia, secondo il Butler, o in Fenicia al dire del Corner, ed in abito virile di monaco da giovinetta fino alla morte, col nome di Marino, passò tutta l’innocente sua vita nel monastero di Chanu-bin nel Monte Libano; ove dopo aver l29 sofferte costantemente crudeli e ingiuste calunnie di commercio peccaminoso con una femmina, che la resero eguale a’martiri, restituì a Dio l’immacolato suo spirito a’17 luglio,ed allora con sorpresa de’ monaci si conobbe ch’era una donna. 11 Butler riporta la sua festa a’ 18 giugno col Martirologio romano e col Breviario di Parigi come protettrice d’una sua parrocchia, le cui reliquie vi furono trasferite da Venezia; e la festa della traslazione del suo corpo a detta ultima città a’ 17 luglio. Laonde è probabile, che il 18 giugno sia il giorno deidi lei bealo trapasso. 11 suo corpo fu sepolto onorevolmente nel monastero stesso, dove poscia i patriarchi de’maro-niti fissarono la sede loro; e vi riposò finché o per incursione de’barbari, o per altra cagione fu trasportato in Romania, provincia del greco impero. Quantunque sia ignoto il tempo di tal traslazione, pure argomentano alcuni, esser accaduta circa l’VI II secolo, d’ordine d’un’im-peraliice nomata Marina o Maria, che per assicurare il sagro corpo dall’incursione de’saraceni,lo volledeposlo in luogo vicino alla città imperiale, e per divozione trattenne seco legala in argento una mano slaccata dal rimanente del corpo. Comunque sia il fatto di tale traslazione, certo è che dalla chiesa d’un monastero situalo poco lunge da Costantinopoli nel 121 3, come si legge nel Dandolo, Gio-vonni de Bora veneziano, corrotti con preghiere e con soldo i custodi, rapì il corpo di s. Marina, e lo collocò in Venezia, nella chiesa allora detta di s. Liberale. Il Sanudo riferisce la traslazione da Costantinopoli a Venezia al ia3i. Alla felicità, colla quale fu acquistato il sagro corpo, non corrispose però quella della navigazione, in cui corse grave rischio di naufragare per violenta burrasca ; se non che implorata con fiducia de’naviganli l’intercessione della santa, si videro a un tratto fuori di pericolo, per cui i veneziani avendo preso poi la santa