38o degli alienati di mente, ed a favore de’ ragazzi e ragazze abbandonati, con legato di centomila ducati. Fu però tutto assegnato al manicomio di s. Servolo. Ma istituita il i.° dicembre1816la Commissione generale di pubblica beneficenza, colla difficile missione di provvedere tutti i poveri di Venezia, invalidi o impotenti a procurarsi il sostentamento, reclamò i capitali destinati a vantaggio de’ragazzi e ragazze abbandonati, per mantenerli e educarli, e gli ottenne a’24 settembree 23 ottobre 1829, onde presto fu in grado d’ erigere \’ Istituto Manin, L’inaugurò il patriarca cardinale Monico a’ 29 aprile 1833 nella slorica sala de’ Banchetti, che forma parte del palazzo patriarcale; e la breve schiera de’primi allievi d’ambo i sessi venne accolta e ricoverala in alcune sale, separate e allestite all’uopo, della casa degli esposti detta la Pietà, di cui più sopra nel n. 6, sotto l’osservanza di apposito Regolamento. Divenuta la pia opera segno alla comune beneficenza, sia per accrescerne gli allievi e sia per apprestare un’appartata dimora alla sezione maschile, questa l’ottenne nel 1835 dall’insigne carità di Giambartolomeo Borei- 10 colla residenza della giù Fraterna grande o di s. Antonino soppressa nel 1807, fatta a favore de’poveri vergognosi, onde l’istituto cominciò a godere il luogo da’22 novembre 1836. Ad onta delle riforme de Regolamenti, l’istituzione a-vendo il radicale ditello di mandar gli allievi ad apprender I’ arti e i mestieri qua e là, il conte Giambattista Sceriman, vero modello di pietà e di beneficenza, vi sopperì col magnanimo acquisto, fatto a’23 maggioi853, del palazzo magnifico che nel secolo XVIli 11 conte di Monteallegre ambasciatore di Spagna, edificò (ove nel secolo XV sorgeva l’antica casa de’Frigerio, il cui slemma è sculto sulla sponda del pozzo esistente nel cortile del palazzo; della qual famiglia segretaresca fu quell’An- drea gran cancellieredclla repubblica,che nel 1478 dispose fra’ legali pii, doversi vestire di tutto punto per le feste d’ogni s. Natale, 1 2 poveri della contrada di s. Geremia) non per residenza della sua ambasciata, ma per uso di sua famiglia. Mentre si restaurava e riduceva l’ampio palazzo per casa di tecnica istruzione, morì il generoso donatore, il quale nobilissimo emulo del fondatore Manin, fin da’7 giugno i85o, con testamento pubblicato a’i3 gennaio 1854, lasciò all’istituto l’annua rendita netta di circa 5o,ooo lire austriache, ossia gli attribuì quella ragguardevole porzione di sostanze ereditata dalla cugina d. Teresa Corner Duodo, anche per seguire la primitiva disposizione della legataria, poi resa libera e i ncondizionata ; dichiarando ciò fare per riguardare il pio luogo il più utile fra gl’ istituti patrii. \ questo punto dell’ Allocuzione, I’ avv. Malvezzi, nella stessa aula magna fece discoprire il busto condotto in marmo di Carrara dal prof. Luigi Ferrari, che poggia su fusto di colonna di marino greco, esprimente il conte Sceriman, dono del pronipote Felice de'conti Mim i fitto nel 1857 e con analoga iscrizione. 15 qui l’oratore si sciolse in lodi del benefattore, dell’edilìzio e delle stabilite diverse scuole, dirette dal Regolamento 10 giugno 1857 e attivato a’ 9 del successivo settembre; rilevando i beni che dall’istituto provenivano a’fanciulli derelitti, aflìdati alle solerti cure de'somaschi, e laudali questi ed esortati quelli a lasciarsi guidare dalla Religione e dedicarsi al lavoro ; terminò con raccomandare a tutti e a Dio, con quel zelo che l’infor-ma pel pubblico bene, l’istituto Mauin e la sezione femminile per l’abbandonale fauciulle onde ridursi a corrispondente stabilimento.» E la Commissione generale di pubblica beneficenza, che tanto si rallegrò oggidì dello stato pieno di speranze, a cui le è riuscito di poler portare la fuudazione pe’maschi, esulterà di