slà apostolica di Ferdinando I decretò con veneratissima risoluzione di massima de’5 o i5 gennaio 1839, e quindi colla sovrana patente de’ 5 gennaio 184-f > la fondazione d’ un priorato Gerosolimitano nel suo regno Lombardo-Veneto, per l’adempimento delle sopraindicate intenzioni del suo virtuoso, genitore, e per u-tile della Nobiltà del suo regno stesso, nonché di quella de’ducati di Parma,Lucca e Modena, che a questo nuovo priorato associaronsi. Ad arricchire Venezia d’un nuovo nobilissimo fregio,l’imperatore l'elevò.al grado di perpetua residenza primaria del gran priorato dell’ ordine Gerosolimitano nel regno Lombardo-Veneto, non meno pe’ricordati ducati; dovendosi riaprire la chiesa e il convento 0 ospizio della Commenda di Venezia, le cui fabbriche dopo il cadere della gloriosa repubblica veneziana erano rimaste solitarie e deserte, lu conseguenza di che, a contemplazione di specchiata prudenza, di esperienza molteplice negli affari, e di egregie doti dell’animo , il ven. bali luogotenente Candida, con bolla de’ 29 maggio i83g, nominò bali e gran priore pel regno Lombardo-Veneto fr. Gio. Antonio Cappellari della Colomba , già prescelto a sì cospicua dignità dall'imperatore e re Ferdinando I con sovrana risoluzione de’27 del precedente aprile, lu tal modo e peli.0 fu e-levato in Venezia a sì allo e ouorificogra-do un personaggio le cui doti distinte rendendolo degno, ricevevano un maggior lustro da’viucoli della natura che lo legavano sì strettamente al glorioso Pontefice Gregorio XVI benemerentissimo della religione e militare ordine Gerosolimitano. 11 bresciano Morcelli disse latinamente, gran priore di Malta della lingua di Venezia; obalì di Malta, gran priore dell’ ordine in Venezia : E-ques Major Mclitensis Magisterium ordititi sui apud Venetos viriate ade-ptus. Il novello venerando bali e gran priore fr. Gio. Antonio, dopo aver assi- 207 stilo in Roma al possesso che il Cardinal Lambruschini suo collega prese del gran Priorato dell’alma città, restituitosi a Venezia, impiegò le sue cure a restaurare l’ospizio e le fabbriche adiacenti, e spe-cialmente la chiesa per la reintegrazione dell’uflìziatura e culto divino; per le quali opere l’ordine vi spese circa 17,000 scudi. Per questo gran priorato, Gregorio XVI a’ i3 agosto 1841 istituì due commende di padronato in favore, la maggiore per il lodato gran priore , la minore per l’altro nobile e degno nipote Bartolomeo Cappellari della Colomba commendatore dell’ordine di s. Gregorio Magno, domiciliato nella patria Belluno, ora defunto, e successivamente in favore de’primogeniti di questi due rami. A vendo professato a’ 16 giugno 1843 la religione dell’ordine mg.r Pietro Piantoli, più sopra encomiato nel 11.1, fu tosto scelto a cappellano conventuale,e poi il 1.° maggio i845 ebbe la commenda Poldi Pepoli. Terminati i restauri delle fabbriche, l’interno della chiesa fu abbellito con erigersi nel fondo il mirabile altare di marmo, opera impareggiabile del Sansovino, già appartenente ad una delle più auliche chiese di Venezia, cioè la sudde-scritta di s. Geminiano, che dopo la sua demolizione giaceva da tanti anni fra le macerie. Lateralmente »’innalzarono due nobili altari, uno sagro all’Immacolata Concezione di Maria Vergine, l’altro al b. GerardooGherardoi.° fondatore dell’ordine (diverso dal b. Gherardo da Villamagna del 3.” ordine di s. Francesco cavaliere auxiliario Gerosolimitano, il cui culto immemorabile riconobbe Gregorio XVI a’18 marzo 1833,assegnando il 3i maggio per sua festa), oltre i sedili di noce e l’organo. Finalmente a’24 giugno! 843, al modo riportato dal supplemento al u.° 28 delle Notizie del Giorno di Roma, che riprodusse la relazione fattane dal mio amico cav. Filippo d.1 Scolari, e pubblicata dalla Gazzetta privilegiata di Vinezia, la chiesa si riapri al