che cessò d’esserlonel 1706, e Paolo Contarmi nobile sacerdote , dignità in cui volle rimanere rinunziando gli offerti vescovati, assistendo assiduamente alla direzione e incremento del pio luogo. Iddio benedisse con frequenti ed abbondanti sussidii le intenzioni e le sollecitudini del pio e zelante sacerdote. Onde potè non solo con libero acquisto perpetuare il luogo ad uso dell’istituto , ma ancora con grandiose e dilatate fabbriche provvedere a qualunque necessità ilell’a-bilatrici. La ben ornala chiesa possiede a maggior suo spirituale decoro 3 corpi di Santi, ed altre molte insigni reliquie tratte dalle catacombe romane. Trovo nello Stato personale , che la chiesa si consagrò a’16 aprile 1763 da Lorenzo da Ponte vescovo di Ceneda, celebrandosene però l’anniversario la 4-a domenica di novembre per concessione di Papa Pio IX. Ora, per autorizzazione governativa 27 gennaioi846, l’istituto è diretto dalle suore di s. Vincenzo de Paoli sino da’ 4 agosto 1847 , ed accoglie e alimenta donne di mala vita ravvedute, in numero illimitato e proporzionato alle rendite patrimoniali del pio luogo. Anni ad-dietroil Dizionario geografico a\ea pubblicato: Nel conservatorio delle Penitenti, abbozzato nel 1353 e sistemato nel 1703, accolgonsi a comunità perfelta circa 70 meretrici ravvedute. Lo Stato personale dichiara avere attualmente l'istituto: il direttore spirituale, il rettore e confessore, il cappellano, la superiora, 24 suore professe, 19 novizie (nel (piai numero però sono comprese anco quelle che si trovano negli altri stabilimenti), 5o figlie ricovrale. 10. Cà eli Dio in s. Gioacchino. Riporta il Corner , che acquistata la pace il cristianesimo sotto Costantino I il Grande, si cominciò ad aumentare colle chiese eziandio i pii ospizi per ricovero de’ poveri infermi e de' pellegrini, laonde era raro il monastero, che congiunto 11011 avesse tale istituto di carità. 365 Alcuni di tali luoghi erano diretti da qualche monaco sacerdote, ed altri erano custoditi da’laici, che quantunque ammogliati, pure per la loro caritativa incombenza s’intitolavano frati e priori. Di tali ospizi sopra ogni altra città del cristianesimo abbondava Venezia ne’secoli XI e XII per la moltitudine de’pellegrini che riducevansi a questa città per intraprendere sui veneti convogli il sagro viaggio di Terrasanta. Come opere di tanta pietà erano singolarmente grate a Dio, cosi le case in cui s’esercitavano cominciarono a chiamarsi Case di Dio, nome comune presso i francesi. Uno di questi ospizi nominato Casa eli Dio, o come 10 chiamano i veneziani Cà eli Dio, era-vi in Venezia circa la metà del secolo XIII, al di cui rettore o amministratore fr. Lorenzo, donò nel 1264 Marco Bol-lani abbate di s. Giorgio Maggiore, una palude di ragione del suo monastero, acciocché sopra di essa fondasse una Casa di Dio per ricovero de’passeggieri. Qualunque ne fosse la cagione, la Casa di Dio non si fondò su quella palude, ma bensì sopra un fondo posto nella parrocchia di s. Martino, che nel 1272 allo stesso fr. Lorenzo rettore della Casa di Dio donò Maggio Trevisano pellicciai o, a condizione che vi si fondasse chiesa e spedale e si chiamasse Casa di Dio. Approvò la pia donazione il maggior consiglio a’ 29 agosto di detto anno, e stabilì che fermo dovesse restare all’ospedale da erigersi 11 nome di Casa di Dio. Successero a fr. Lorenzo 5 priori col titolo di frati sino al i34o. Il pio luogo ricevè molte oblazioni dn’fedeli, colle quali si alimentavano i poveri dell’ospedale, assistiti nell’io-ferinità da frali d’istituto ignoto. Ma nel 1 36o alcuni di essi genovesi parteggiando per la patria, si proposero d’incendin-re il contiguo arsenale; scopertosi però il pravo disegno, si sottrassero al castigo colla fuga. Dopo ciò fu stabilito nel 1 367 dal maggior consiglio, che il priore dovesse essere cittadino veneto, ed ogni due 4o