de’suoi commerci e della sua industria, la protezione efficace all’aiti e agli artisti, insonni)», ogni prosperità e floridezza che unicamenteè sperabile dalla fedeltà e divozione al suogrande benefattore,al suo potenteedaugustoMonarca”.Non risparmiò il municipio sollecitudine per adeguare la festa all'eminenza del suo doppio motivo: l’apoteosi del sommo pi ttore e l’omaggio a due Cesari, che la vollero effigiata nel marmo. Il monumento dalla sua base alla sommità è alto da terra ben 15 metri, da non temere il confronto per l’altezza della gran piramide eretta alla memoria di Canova, che le sorge incontro. E' tutto di marmo di Carrara, della più perfetta qualità, e non di semplici sottili strati rivestito, ma con grosse lastre quale si pratica in pochi altri lavori di questo genere. Sopra una gradinata sorge un zoccolo, sul quale si posano le grandi colonne di stile lombardo, ornatissime di fogliami e di fino intaglio. Su due del centro si volge un arco, a guisa di tabernacolo o nicchia, figurante il Tempio dell’immortalità, e sotto il quale è seduta la persona di Tiziano, di forme colossali, sollevante colla destra il velo alla natura, e posante la manca sul libro dell’arte, rappresentata da due figure allegoriche di minori dimensioni. Fanno parete dietro a lui, e fra’ due intercolunnii laterali 3 bassiri-lievi, in che sono raffigurate le 3 maggiori opere di quel divino, l’Assunta cioè, s. Pietro Martire, ed il s. Lorenzo. Più in alto, e al disopra delle cornici, stanno scolpite la i ."e l’ultima delle sue opere, la Visitazione di s. Elisabetta e la Deposizione della Croce. Quattro bellissime statue rappreseutano 1’ Arti, stanno a’ lati del gran maestro la Pittura e l’incisione, la Scultura e l’Architettura alquanto più discoste, le quali con belle movenze, sembrauo venir a far corona al Vecellio. All’ estremità poi della base si vedono due grandi statue atteggiate gravemente, e con i loro attributi, i Secoli XVI e XIX,il i."portando queste parole: Eques et Cornei Titianus Sii, per alludere all’ aver Carlo V ascritto Tiziano ancor vivo alla nobiltà equestre. L’altro Secolo colla scritta: Tiligno MonumentimiErectum Sit, per avergli eretto Ferdinando I o-norevole monumento. Nel bel mezzo infine del zoccolo istesso due Genii in atto di volare sostengono una corona d’alloro e di olivo contesta, nel centro della quale sta scritto a lettere d’oro: Titillilo Ferdinandus 1. mdccclit. Al sommo del monumento ed a ricoprirlo questo sotto le sue grandi ali, sorge il Leone di s. Marco, in grandiose proporzioni, por-tan te lo scudo con l’Aquila imperiale ed il nome Ferd. Primus. Quest’opera insigne de’ profe ssori padre e figlio Zan-domeneghi, per giudizio di sommi artisti, tra cui dir si può inappellabile quel- lo di Hayez, è condotta con tale finezza d’ accorgimento e purità di spirito classico, quanto a invenzione , eccellenza di gusto, perizia e magistero incomparabili d’arte, quanto ad esecuzione, da grandemente onorarsene la storia contemporanea della scultura. In quul riverenza fosse il Vecellio presso lutti i sovrani e potentati d’ Europa , singolarmente dell’imperatore Carlo V, lo si deduce dall’atto, onde questo monarca, sopra i cui stati non tramontava il sole, degnavasi di raccogliere il suo pennello, caduto di mano al prediletto suo ritrattista, e con quelle lusinghiere e onorificentissime parole che riportai nel voi. LXXXVIII, p. 3o4, Finalmente trovo a p. 568 dell’ Osservatore Romano del i852, con data di Venezia. S’immaginò di coniare una medaglia in onore de’pro-fessori Zandomeneghi, col ritratto del famoso pittore. Tre di queste medaglie furono in oro, e destinate una per l’imperatore Ferdinando 1, l’altra per I’ imperatore regnante Francesco Giuseppe I, la 3.a pel prof. Pietro Zandomeneghi figlio, perchè il padre suo Luigi mancò di vita durante il lavoro della