glia riportala dal Corner, ove si vede da un lato s. Marco col Leone alato, dal-l’altro il doge genuflesso e sostenente la Croce, con analoghe leggende. Nel i 5g4 il Papa Clemente Vili sottopose il monastero al patriarca, e la chiesa fu consagrata nel 1600 dal vescovo di Pistoia Abioso. Nell’antica aveano tomba i dogi Malipiero e Domenico Morosini ;e nel monastero fiorirono suore di santa vita. Della concessione fatta da Pio VII alle monache, parlai dicendo di quelle del capitolo cattedrale nel § VI. Pel decreto de’28 luglio 1 806, con cui fa ordinata la concentrazione de’ monasteri e conventi nelle provincie venete, questo venne dichiarato di i.* classe, ed in esso nel novembre 1807 furono concentrate le monache di s. Chiara. Nella fatale soppressione del 1810, vi fu compreso anche questo monastero. Apprendo dal cav. Cicogna, che il p. Domenico Codagli compilò: Compendio dell’ origine et delle donne illustri di s. Croce di Venelia composto per il p. ec. predicatore e confessore del monastero. In Venetia 1610. Se io potessi profittare della miniera d’erudizione, qual è l’opera delle laterizio ni Veneziane, potrei tempestare di gemme bibliografiche queste nozioni, almeno delle chiese finora in essa opera illustrate. 43.S.Simeone Profeta,volgarmente .5. Simon grande. La fabbricarono nel 967 i Ghisi, Aoldo e Briosi, in onore di quello ch’ebbe la sorte di ricevere fra le braccia il Redentore bambino, quello il cui corpo vi fu portato nel 1 2o5 dalla cappella di s. Maria di Costantinopoli, da’veneti Bai-duino e Drusiaco. Nel 1317 fu solennemente dal vescovo castellano Alberti depositato sulla mensa del maggior altare. Pretende Zara di posseder essa il corpo incorrotto del santo, ma non ha documenti. In delta epoca fu portato in questa chiesa il corpo o ¡’insigni reliquie di s. Ermolao pretedi Nicomedia e martire, chiaro per miracoli ; con esse sein- i55 bra che siano pure quelle del celebre s. Pantaleone medico, da lui generato a Cristo. Vi sono ancora le reliquie di s. Pietro apostolo e d’altri Santi, oltre una ss. Spina, e un frammento della s. Colonna, ed una goccia del prezioso ss. Sangue che mischiato con acqua usci dal costato del Redentore, tratto da quello restato illeso nell’ incendio della basilica di s. Marco, e dono del doge Renieri Zeno. Era collegiata, filiale di s. Pietro di Castello; tuttora è parrocchia. L’edifizio dopo varie vicende fu ridotto allo stato presente da Rartolomeo de Comendà. L’attuale sua forma fra il moderno fa intravedere mollo di antico. La sua con-sagrazione si commemora a’ 1 5 luglio. La parrocchia è soggetta alla decania di s. Sdvestro, conta 3444 anime, ed ha per chiesa succursale quella de’ ss. Simeone e Giuda apostoli, vulgo s. Simon piccolo, di cui nel seguente numero. Nella chiesa di s. Simeone profeta, dietro il maggior altare la figura coricata in marmo, del santo Titolare, è opera di Marco Promano condotta nel 1317. Nell’altare che segue, è del Catena il quadrello della Trinila. Nell’altro è opera del Gramiccia la s. Famiglia. Il monumento al giovine Antonio Dona è del Bosa. La Cena del Signore sul Battistero è lavoro del Tintorelto. 44. SS. Simeone eGiudaJpostoli,volgarmente s.Simon piccolo. Pare l’anteriore che fosse stata fabbricata nel IX seco- lo da’Briosi, indila riedificata venne consagrala a’21 giugno 127 1. Nonostante molle successive riparazioni, convenne nel 1718 demolirla, e poi nel giro di 20 anni e con grandissimo dispendio,da’fon-damenti si compì, venendo consagrata a’27 aprile 1738 da Gaspare Negri vescovo di Citlanova d’islria e poi di Pa-renzo. Con solenne culto e al proprio altare, qui si venera da tempo immemorabile il braccio destro intero colla mano di s. Dorotea vergine e martire di Cesarea di Cappadocia, della quale, nel