chiale, collegiata e filiale di s. Maria Formosa, di cui ora n’è succursale, soppressa la sua parrocchia nella generale concentrazione del 1810. Nel i.° altare a sinistra, il s. Jacopo Apostolo è bellissima figura di Tiziano, eseguita in vecchia età con intelletto e mano giovanili. 10. S. Giustina apparteneva al monastero dell’agostiniane, che eleggevano un cappellano curato pei' la parrocchia, la quale fu soppressa, e la chiesa cambiata in caserma militare, nè sussiste ora che la sola facciala. Questa santa vergine e mai tire padovana apparsa a s. Magno vescovo d’Opitergio, secondo la tradizione, gli notificò il divino volere che dovesse innalzarle una chiesa, ove vedesse germogliare una vite, ed il santo trovatala nell’angolo estremo della città, ivi co’ sussidii de’fedeli In fabbricò; tosto divenendo parrocchiale, e poi collegiata, secondo il Corner, nel principio del secolo XIII, il che nega l’ab. Cappelletti, come si ha da un’epistola d’Innocenzo 111. Il suo nipote Cardinal Ugolino Conti, e poi Gregorio IX, la consagrò nel 1219. Nello stesso secolo divenne priorato, indi fu consegnata a’canonici regolari dell’ordine del ss. Salvatore di s. Brigida, e vi dimoravano ancora nel 1429. Forse per mancanza di rendite l’affidarono a un converso e si ritirarono. Di essi riparlo nel n. 46, § X. Ad istanza de’ parrocchiani e del senatore Francesco Barbaro, Nicolò V nel i448 tolse a’canonici il priorato e lo die’ alle monache di s. Maria degli Angeli osservanti la regola di s. A-gostino, parte delle quali vi passarono nel i453. Rovinatasi la chiesa neh5oo, la rinnovarono i pii senatori Barbaro, Mo-rosini, Contarmi e Dandolo, contribuendovi Girolamo di Giovanni. Ridotta a compimento, neh5i4 la consagrò il vescovo di Cissamia o Chissamo Domenico Z011. A destra dell’altar maggiore,eretto di preziosi marmi dalla famiglia Dolce, e-ravi quello dedicato a Nostra Signora cou 131 simulacro di marmo rozzamente espresso, trasportato da Candia o Creta dopo la fatale invasione turca, e che venerava-si nella cattedrale di s. Tito,siccome d’origine prodigiosa derivata dalla Spagna. Nelle pareti della chiesa, ricca di scelte pietre, eravi un marmo, colla pia credenza ches. Giustina vi lasciasse impresse le sue ginocchia, allorché ricevè la palma del martirio sul ponte Corvo in Padova. La facciala marmorea superstite è di marmo, e fu eretta coll’oro di Girolamo Sommo, e col disegno di Baldnssare Longhena. Per decreto pubblico, ogni anno il doge visitava la chiesa, in memoria della strepitosa vittoria riportala nel 15y 1 contro i turchi. 1 1. S. Giovanni in Oleo, volgarmente S. Zuanenovo o Zaninovo. L’ avea eretta nel 968 la famiglia Trevisan in onore del martirio della caldaia d’olio bollente, mirabilmente superato da s. Giovanni Apostolo ed Evangelista, e per corruzione della parola olio in novo, oper esser la 2." delle chiese a lui dedicate in Venezia, fu delta s. Giovanni Novo. Minacciando perire, nel principio del secolo XV, fu rinnovata colle limosine de’ fedeli sul disegno di Antonio Scalcagnino (architetto dell’ altra chiesa di s. Gio. Elemosinano), e consagrata il i.° maggio i463 dal vescovo di .Tesolo Andrea Bon. Però l’altare maggiore eretto poi con ¡scelti marmi al santo Titolare, fu consagralo a’g marzo i65o dal vescovo d’Adria de’ Savj. Circa la metà del passato secolo essendo nuovamente in pericolo di cadere, fu riedificata più nobile e ampia con architettura giudiziosa ed elegante di Matteo Lucchesi,secondo il modello del Redentore, ma non fu ancora consagrata. Fra le ss. Reliquie di questa chiesa, evvi una prodigiosa immagine del ss. Crocefisso, custodita dalla confraternita dell’anime purganti. Le altre sono quelle de’ ss. Cosma e Damiano, la tavola del cui altare è di GirolamoDante, discepolo di Tiziano; di s. Barbara ver-