sa fu arricchita delle seguenti reliquie. Una ss. Spina , un frammento della ss. Croce, un osso di s, Sebastiano donato dal celebre patrio storico Marin Sanuto già della dogaressa Moro di sua famiglia, la quale era stata sempre preservata nelle pestilenze. Un osso di s. Procoro martire e uno de’7 primi diaconi ; altro di s. Caterina vergine e martire,e altre ss. Reliquie. Fiorirono in questo monastero i veneti b. Paolo Quirini, ed il ven. Gio. Battista Cornalo, mentre il veneto fr. Gio. Francesco Coccalini divenne vescovo di Traù. Soppressi i girolamini ne'11810, la chiesa fu dichiarata ed è succursale della parrocchia de’ss. Gervasio e Protasio, il convento essendo quasi lutto demolito. Il tempio già ¡11 gran deperimento e da ultimo restaurato, nel 1857 fu occupato da alcune figlie di s. Giuseppe e vi aprirono una scuola interna , con attendere alla direzione affidata loro dalla commissione di pubblica beneficenza delle fanciulle dell’ istituto Manin, sezione del medesimo ivi provvisoriamente collocata: ne riparlerò nel § XI, n. 20. E il lempio qualificato un tesoretto, archi-tettato da Antonio Scalcagnino, ed eseguito da Francesco da Castiglione cremonese, siccome da’documenti recati dal cav. Cicogna. La facciata avea suo compimento neh 548 con eccellente simmetria in due ordini corintii. Gran copia è in esso di egregie e rare pitture, special-mente di Paolo Caliari Veronese, di cui quivi riposano le ossa in mezzo alla sua gloria, pe’molti suoi lavori a olio e a fresco che tutto all’intorno vi si ammirano, e fanno vedere i pi i nei pii} il progresso e la sublimità dello stile a cui pervenne. A lui e sua famiglia i girolamini aveano concesso la sepoltura. Nel-1’ altare che presentasi a destra , è del gran Tiziano il s. Nicolò seduto, figura maestosa e di grande carattere. La cappella a sinistra ha nell’atrio un bel musaico del Zuccato colla Conversione di s. Paolo. Nell.” altare è del Bencovich il b. 3o 1 Pietro da Pisa ; e più sotto, un piccolo, ma prezioso, quadro di Paolo, con la vergine s. Caterina ed il ritratto del p. Michele Spaventi, creduto confessore dell’artista. Nel 2.0 il gruppo marmoreo con Maria Vergine e il Battista, è bell’opera finissima di Tommaso Lombardo. Nel 3.° con Cristo iu Croce , Paolo ci lasciò un sì deguo dipinto , che Caiacci lo incise. Il magnifico deposito che segue, il quale sì saggiamente si accorda colla bell’ architettura della chiesa, eretto a Livio Po-docataro arcivescovo di Nicosia , è del Sansovino. Nella cappella maggiore vi ha 3 opere di Paolo. Quella dell’altare con Maria Vergine e Santi è prova ch'era divenuto maestro : ma sommo maestro e padrone della sua grande maniera »i si appalesa neH’altre due; l’una tutta anima e vita, con s. Sebastiano che mette coraggio a’ss. Marco e Marcellino martiri, seguiti dalla madre, incontrati dal padre sostenuto da’servi, accompagnati dalla moglie e da’figli; l’altro quadro offre il Santo preparato al martirio. Al lato dell’organo sta il busto di Paolo, che come dissi è qui sepolto, scultura del Carmero : piccolo monumento a tanta eminente grandezza e celebrità. Il quale organo fu la vorato da Alessandro Vicentino con modello dello stesso Paolo, che ne fu il pittore. Nell’ esterno de’ portelli vi rappresentò la Purificazione di Maria Vergine, e neirinterno la Probatica Piscina; e ciò tutto condusse con grandezza di stile, nobiltà di carattere, felicità di esecuzione, beltà di fisonomie e vaghezza di colorito. Anche i piccoli comparti nel parapetto sono opera di lui. Nella sagrestia il soffitto con Maria Vergine incoronata e gli Evangelisti, è la i.a opera che qui Pao- lo facesse. Vi è il genio di lui; ma il modo che teune qui, u’è alquanto diverso. Non si conoscono gli autori degli altri dipinti di questo luogo; sono però opere di quell’ epoca , nè senza pregio : certamente ve ne sono di J. Palma, del Tintorelto,di Bonifacio. Tornando in chiesa: 32