squallore, in cui negli ultimi anni era caduta quest’antica basilica arcipretale,e già illustre sede patriarcale, come mi scriveva l’ab. Diclich suo cooperatore in cura animarurn e cereraoniere, a’12 aprile i845. 2. S. Biagio, presso al termine della riva degli Schiavoni, parrocchia dell’imperiale regia marina da guerra. Nel 1 o52 per impulso di divozione un Bon-cigli fece erigere questa chiesa, e con parrocchia in onore di s. Biagio vescovo e martire, in quella parte del sestiere di Castello che riguarda la laguna, sito perciò assai comodo per quelli che dalla parte del mare pel porlo di Lido arrivano a sbarcare a Venezia. L’opportunità del luogo attrasse a frequentarla molti di que’greci, che pel commercio in numero considerabile approdavano a questa città, e cominciarono poscia ad ufliziarne una parte col proprio rito; atteso il quale uso già inveterato, comandò il consiglio de’Dieci nel i47° > c^le 1,1 ni una chiesa della dominante potesse celebrarsi col rito greco, fuorché in s. Biagio, com’e-rasi anteriormente ordinato. Perchè però il rito greco cattolico d’ una nazione altrettanto celebre che estesa, si conservasse con mezzi sicuri, si determinarono i greci d’istituire sotto l’invocazione del prodigioso s. Nicolò vescovo di Mira una divola confraternita, ed ottennero da detto magistrato decreto permissivo nel 1498. Così questa chiesa si ufliziò con doppio rito sino al i5i3, quando la nazione greca trasferissi alla nuova chiesa da loro fabbricata sotto il titolo di s. Giorgio martire, di cui nel § XIII, n. 9. Sin oltre la metà del XV11 secolo fu questa chiesa puramente parrocchiale, e divenne collegiata per merito di Domenico Zanolli dal 1664 suo pievano, il quale istituito un titolo presbiteriale lo destinò al nipote Gianfrancesco Moretti, che poi gli successe. Gli altri due titoli furono istituiti pel diacono e il sud-diacono, dal benemerito pievano Leo- 123 nardo Ferruzzi, che t.° di lutti fu iniziato nel sacerdozio a titolo di servitù di questa chiesa, e fu anche il i.° che tratto fosse dal seno della chiesa stessa a governarla qual pievano. Imperocché qui dirò col Corner, che Sisto V con breve de’3o dicembre i5go (ma il Papa era morto a’27 agosto), concesse a’ chierici veneziani di poter essere promossi agli ordini sagri,anche senza patrimonio, purché col consenso de’rispettivi pievani fossero asct'itti ad alcuna delle parrocchie e collegiate chiese della dominante. La da me rimarcata errata data del breve derivò forse dall’Ughelli, che a p. i322 riporta con essa il breve Roinanurn Pontificem, e la riferì pure l’accurato abbate Cappelletti. Però con questo aggiungo. «Benemeritofu pure il patriarca Trevisan, per aver ottenuto da Sisto V in favore della Chiesa veneta che i suoi chierici continuassero ad essere ammessi agli ordini sagri a titolo di servita di Chiesa; ossia, senza avere titolo di beneficio o di patrimonio, col solo appoggio del servigio prestato e da prestarsi ad una chiesa, nel cui clero avrebbero poscia ottenuto alla loro volta il titolo ossia 11 beneficio, entrando a formar parte del capitolo rispettivo. Sapientissima determinazione, perché così veniva assicurato alle chiese un servizio stabile e decoroso, sì nelle sagre udlziature che nella cura deU’anime : 10 che non avrebbesi potuto sperare, se a tenore dell’introdotta disciplina dell’al-tre diocesi, avessero dovuto appoggiare 11 titolo della loro ordinazione o ad un beneficio ovvero al patrimonio. Ne siamo testimoni pur troppo, dacché a’patriarchi fu posto impedimento a valersi d’un tale privilegio: sebbeueil privilegio 11011 sia cessato per anco, perchè nessuna bolla pontificia lo abolì, nè la potestà secolare che vi pose 1‘ impedimento ha tanto d’autorità d’abolirlo’’. Fu prima cura del pievano Moretti di rifabbricare l’antica chiesa, ched’ogui parte dimostrava pericolosi contrassegni di sua