screziata, non che indorarla, levò molto grido, ed ottenne nel 1528 una matricola particolare. La fabbricazione degli specchi d' ogni dimensione, fu un'altra guisa di lavori, che contribuì a mantenere a Murano la supremazia del commercio, quando anche I’ altre nazioni cominciarono ad erudirsi nell’arte stessa. Per essi furono dimenticate le lamine d’acciaio, fino allora tenute in gran pregio, e il lusso di tutta Europa durò per oltre a due secoli ad esser tributario dell' isola di Murano. Non è dopo ciò a meravigliare de’ privilegi accordati a’suoi fabbricato- li, fra’quali il potersi le figlie de’capi del-l’arti vetrarie maritare cou un patrizio, e quello di due fiere annue che vi si tenevano, della religione con cui traman-davasi di padre in figlio l’esercizio dell’arte, e per ultimo della fama che correva per ogni dove di questa breve ma ingegnosa contrada. E neppure deve recar meraviglia l’afletto cou cui riguardarono sempre quest’isola i suoi abitatori, iu un modo speciale. Non pochi patrizi di chiaro nome vollero aver quivi la stanza perpetua del sepolcro; tanto era stata dolce quella temporaria d'alcuni mesi in ciascun anno. Basti il ricontare Bernardo Giustiniani nel secolo XVI, che espressamente ordinò che le sue ossa si sotterrassero al lato del proprio palazzo a piè del ponte Longo; e nel secolo stesso il letteratissimo Andrea Navagero, condotto dal carico affidatogli d’ambasciatore in I-spagna e in Francia, tornava di là sovente coll’immaginazione nell’isola, a spaziarvi pel suo giardino botanico, uno de’più antichi, se non forse il più antico d'Europa, come crede il Carrer(ma conviene rammentarsi i più antichi del Palazzo apostolico Faticano, massime di Nicolò V, sebbene Pisa pretenda it vanto d’essere stata la i.’ad avere un orto botanico daCo-simo I nel t 543 o nel i54g: Montpellier se ne pregia dal 1 5q3). E oltre a ciò voleva esser sepolto nella chiesa di s. Martino delle monache, nella contrada di sua casa 66g a Murano. Oltre ¡giàlodati,Murano vanta i seguenti illustri. Nelle lettere e nelle scienze Vincenzo Miotti,Bartolomeo Cherubini, i fratelli fr. Tommaso Licini e Gaspare, Domenico Gisberli, Domenico da Monte Alto,Daniele Marchioni, Vincenzo Licini e Silvestro Zuflìo ¡storico patrio. Nella poesia, Licinio, Caterino Maz-zolà, Domenico Marchioni, Angelo Dal^ mistro. Insigni nell’arte vetraria, Marino e Angelo Berlinerio, Jacopo e Alvise Luna. Federico architetto, Giuliano Zulia-ni cantore eccellente , Cristoforo Duro celebre musico e meraviglioso suonatore d’una tromba di vetro. Già più volte celebrai i muranesi Vivarini, pe’quali Murano fu la culla della pittura veneziana, la cui scuola fu da loro a seggio onorato di gloria elevata. Ma e del testé lodato Navagero, e di molti illustri muranesi parlava lautamente il cav. Cicogna ne’ fascicoli XXII eXXllI delle inscrizioni Veneziane, recando i ritratti del Navagero e del Gisberti intagliati in rame, e ultimamente ne disse nel libretto Illustri Muranesi,pubblicalo per le nozzeCertoli-ni Rigaglia.llMoschini lodaìI palazzoTre-visan per le belle forme architettoniche, e pei’ contenere qualche avanzo de’ dipinti di Paolo, dello Zelotti, e de’lavori in plastica del Vittoria,ora però distrutti. Dice il Dizionario veneto conservarsi ancora parecchie fornaci, che danno pregiati lavori di vetro, cristalli, specchi e conterie. Meritare particolare menzione le fabbriche di specchi e lavori in vetro e cristal- lo della dilla LorenzoZecchiui;quella de’ cristalli del Marietti di Milano; e la fabbrica di conterie di Pietro Rigaglia, e della ditta Dalmistro, Moravia e compagni. Nel l.io de\\’ Album di Roma a p. 25, si legge un articolo breve ed elegante intitolato: L'isola di Murano a Venezia, con amena vedutimi. » Chi si reca nella regina dell’Adriatico, nella cillà, che,come incantevole sirena, arresta con meraviglia lo sguardo e il pensiero di chiunque sa apprezzare la grandezza del bel-78