4l3 e caleselc. Quando la strada alquanto si allargava, ed a’fianclii avea degli ordini lunghi di botteghe, con voce barbara e derivante dalla gallica rne, dicevasi ruga. Moltiplicate e rese anguste le strade, anche pel narrato superiormente, richiamarono il provvedimento deH’illuniina-zione notturna, di che pure nel § XVI, n. i.Da tali piccoli sentieri, affacciandosi degli ampii spazii, eh’erano gli antichi campi erbileri, già pascoli di bovi e di fecondissime pecore, furono delti campi e piazze. Approdando dunque alla Piazzetta di s. Marco, che forma un braccio e si unisce alla vasta piazza omonima, sembra che ne aprano l’ingresso due colossali Colonne, tutto nel § I descritto. S’incontra alla destra il sontuoso e pubblico Pai azzo Due ale, la Biblioteca Marciana e suo Museo. Alla sinistrasi elevano gli edilìzi della Zecca e della Biblioteca vecchia. Di tutto ne’ §§ II e III ragionai.Passando alla Piazza maggiore di s. Marco, trovasi cinta di magnifici edilìzi: tali sono il Campanile e la Loggia che gli sta a’ piedi, i Pilipe’ Stendardi, le Procuratiti Nuove ora Palazzo Regio, le Procurane Vecchie, la Torre dell’ Orologio, la facciata della soppressa chiesa di s. Basso. Nel § IV di ciascuno tenni proposito. In sì incantevole piazza, punto centrale della città per la frequenza della moltitudine, però primeggia la Basilica Patriarcale dis. Marco Evangelista, complesso di meraviglie, col contiguo Tesoro di s. Marco. Impiegai i §§ V e VI trattandone. Staccandosi dalla Piazza di s. Marco, non del tutto se ne abbia rammarico, poiché vuoisi passare in altro campo non meno copioso d’ edilìzi sorprendenti, e alcuni contenenti oggetti rari e preziosi, il Canal Grande o Maggiore. E' questo per Venezia la sua via maggiore, il nobile suo Corso, dove tutti amano aver albergo, dove tutti corrono a pascere la vista delle più singolari ed eccellenti opere dell’architettura. 11 eh.Quadri diedesu que- sto canale un’opera apposita, accompagnata da 60 tavole intagliate in rame, e fu buon consiglio, chè gli oggetti sulle sue sponde schierati meritavano un’attenzione tutta particolare. A partire dalla Piazzetta di s. Marco, imboccasi il Canal grande, volgarmente chiamato Ca-nalazzo, tra la punta della Dogana e l’antica Accademia di pittura, poi residenza della Sanità marittima, prossima a’giardini del Palazzo Regio, e seguitando a percorrerlo in tal direzione, viene ad artifìzialmente formarsi una sinistra del canale dalla parte di quella, ed una destra dalla parte di questi, che gioveranno a descriverlo. La sua lunghezza a sinistra è di circa metri 3,800, a destra di metri circa 3,700, cosicché prendendo il suo corso mediano, ha di lunghezza circa metri 3,75o. Varia d’assai n’è la larghezza, la quale presso il ponte di Rialto si limita a circa metri 4o, e ne’ siti più ampii estendesi a metri 70. Girato a barca scoperta offre uno spettacolo del tutto nuovo e sorprendente. Meritano ricordarsi i luoghi principali. A sinistra dunque principia il Canulazzo colla Dogana da Mare, solido e magnifico edifizio, tutto coperto di risentito bugnato, con mollo effetto adattalo al sito che occupa, per opera dell’architetto Giuseppe Bertoni che l’eresse nel 1676. L’adorna un bell’ ordine dorico, e l’incorona un globograndioso di metallo dorato sostenuto da due Atlanti, cui sovrasta il simulacro della volubile Fortuna, che si aggira a seconda del vento predominante. Annessi sono grandiosi magazzini per la conservazione del sale (del quale riparlo in fine del 11.23 del § XVIII), eretti questi nel XIV secolo. Sentenzia Moschini : fabbrica che se mantiene il gusto del tristo tempo che fu falla, è tuttavia da lodare poiché n’é pittoresco I’ effetto da qualunque parte si osservi. In fatti è compresa tra Le Fabbriche di Venezia, colla tavola del prospetto e le illustrazioni de’chiarissimi Selva e Zanolto. Questa dogana da vari