Zaccaria) eli consertare insigni reliquie”. Non dice corpi. L’ annuale Diario Romano nel quale si annunziano le feste di Roma, registra a’12 maggio: » SS. Nereo ed Achilleo fratelli, e Flavia Domitilla vergine e martire, alla loro chiesa sono i loro corpi”. Altrettanto notai nella biografia de’ medesimi con poche parole, avendone più volle ragionato altrove. Il Piazza nell’ Enterologia di Roma, a’ 12 maggio narra: » I ss. Nereo ed Achilleo gloriosi fratelli martiri romani, eunuchi di Flavia Domitilla... La festa si fa con indulgenza plenaria alla loro chiesa, ove riposano nella confessione antichissima sotto l’altare maggiore i loro venerabilissimi Corpi, con quello della b. Flavia Domitilla loro signora. Le Teste loro si venerano in preziosi reliquiari alla Chiesa Nuova’(de’Filippini). A s.Adriano, ove sono le loro reliquie, e se ne fa solenne memoria. As. Pietro in Vaticano, ove sono loro Sagri pegni. Nella medesima diaconia di s.Adriano riposarono per molto tempo i corpi di questi ss. Martiri, cioè dall’anno i228sinoal 1097,nel quale furono con celebre pompa, quanta giammai per avventura si vide ne’tem-pi andati, in occasioni di Traslazione di Santi, trasferiti a questa loro chiesa ”. Tralascio per brevità di riprodurla, descrivendosi dal Piazza, il quale già avea riportato le medesime e altre notizie nella Gerarchia Cardinalizia. — Il Corner, oltre i riferiti sagri tesori, dice che maggiori n’ebbe la chiesa di s. Zaccaria nel secolo XI, allorquando i veneziani dall’oriente portandoa Venezia preziosi Corpi santi, alcuni ne depositarono in questa chiesa, come nel più divoto santuario della città. Celebre tra essi è il corpo di s. Tarasio eremita, pel prodigioso suo acquisto, indi solennemente ricevuto e collocato in una cappella sotterranea della stessa chiesa, nel cui monastero 200 religiose allora servivanoa Cristo.Da Samo in questa chiesa portarono,altri veneziani, i corpi interi de’ss.Gregorio e Teo- 217 doro, e il capo del loro compagno s. Leone, lasciando in delta isola il suo corpo. Soldati di Costanzo, per conservar pura la loro religione, eransi ritirati a Samo a menare santa vita eremitica. Da Roma, ove fu martirizzato, fu recato in questa chiesa il corpo di s. Lizerio spagnuolo. A così insigni reliquie, si devonoaggiunge-re nella chiesa di s. Zaccaria, quelle della ss. Croce, della Veste della B. Vergine, già trasmesse col corpo del s.Titolare a’dogi Partecipazio dall’imperatore Leone V, di cui pure si crede dono il Velo ili s. Agata vergine e martire, tanto prodigioso contro gl’incendii. Altresì una ss. Spina, alcuni capelli di Maria Vergine, il corpo di s. Bonifacio martire, le teste che dicoiisi de’ss. martiri Stefano I papa (ma può vedersi la sua biografia), Pietro Alessandrino vescovo, Claudio, Felice e Sabina, oltre alcune os«a ile'ss. Innocenti, e-gualmente si conservano con ¡speciale riverenza ¡11 questa chiesa. Frattanto non essendo passali molti anni dalla fondazione del monastero, minacciando rovina, lo rinnovò interamente con grave spesa la badessa Giovanna, figlia ilei doge Orso 1 Partecipazio, il quale si elesse a sepoltura questa chiesa. Nel suo atrio già vi giaceva dall’ 864 l’immediato suo predecessore Tradoni-co, proditoriamente ucciso nell’uscire da questa chiesa, dopo avere assistito al ve-spero de’i3 settembre anniversario di sua consagrazione. Altri dicono nel dì seguente, altri il 2.0 giorno di Pasqua ; il cui cadavere abbandonato dal terrore destato dal tragico avvenimento, nella notte le pie monache lo seppellirono. Crescendo il monastero in somma riputazione di santità ancor presso gli estranei,con-corsero ail aumentarne le rendite ragguardevoli personaggi, con ampie donazioni confermateda imperiali diplomi,ad onta de’ quali non mancarono poi conte-stazioni vessatorie. Superate dopo molli litigi, altri benefattori l’arricchirono di possessioni, per alimento delle vergila e