IV, Gregorio X, Martino IV, Nicolò IV, Clemente V e Giovanni XXII confermarono tutte le prerogative ed esenzioni. La pietà dell’abbate Marco Bollani l’indusse a fondare nell’isola, non lungi dal monastero, un ospizio di carità pei- accogliervi i pellegrini, che si recavano a venerare il copioso tesoro delle ss. Reliquie che possiede la chiesa, ond’è uno de’più celebri santuari della città; nel luogocioè ove poi si formò il monastero serafico delle vergini di s. Maria della Grazia. Frattanto per la continuazione di cose tanto prospere al monastero, e per 1’ assenza degli abbati, di frequente adoperali da’ Papi con apostoliche commissioni e in cariche ecclesiastiche, l’osservanza regolare andò molto decadendo; per cui l'abbate Giovanni Michieli, giovane assai virtuoso, pose ogni studio per farvi rifiorire l’antica disciplina, e fu aiutato da Alessandro V; e si astenne poi di recarsi al concilio di Costanza, per non abbandonare l’intrapresa riforma e le nuove costituzioni, facendosi rappresentare dal vescovo Tommaso Tomasini di Cittanova nell’Istria. Questo prelato nel giugno 14-19 consagrò la chiesa sotto il titolo de’ ss. Stefano protomartire e Giorgio martire. Avendo il pio abbate Michieli ridotto i monaci a perfetta osservanza, per consolidarla si voleva unire alla celebre riforma operala in s. Giuslina di Pi/ifoi’rtdaU’abbateLodovico Barbo, istitutore della congregazione osservanle Cassinese, ma per allora a lui non riuscì. Rinnovò e ampliò il monastero, e gli donò un Crocefisso di grandezza naturale, eccellente opera scolpita in leguo non da Filippo Brunellesco, ma forse da Michelozzo Michelozzi, e spirante divozione e compassione. Morto l’abbate nell’anno i43o, il monastero di s. Giorgio Maggiore da Martino V fu dato in commenda al Cardinal Conduliuiero, colla speranza che lo riducesse al primiero splendore, come avea fatto con quelli di s. l’aolo di Roma, e coll’abbate Barbo 583 in s.Giustina di Padova. A questi appunto il cardinale affidò la riforma del monastero veneto, e gl’ingiunse di condurvi alcuni suoi monaci;ediveuuto ilCondul-miero Papa Eugenio IV, volle ritenere l’abbazia in commenda, finché la vedesse stabilita perfetta mente , intanto preponendo alla direzione del monastero un priore. Colle sue industrie col senato, ot-tenneil Barbo l’unione di s. Giorgio Maggiore alla sua congregazione, malgrado l’opposizione d’alcuni monaci, e poi pervenne a sottometterli colla persuasione, l’i i febbraio i432. Seguila l’unione, il Papa conliuuò a ritenere il titolo di commendatario, lasciando l’amministrazione al priore; finché conoscendo ristabilita pienamente la regolare osservanza , nel 144-1 rinunziò l’abbazia a favore e disposizione della congregazione di s. Giuslina, da cui il priore Gregorio da Genova fu elelto i.” abbate triennale. In tempo dell’abbate Teofilo, rifugiatosi in Venezia Cosimo de’ Medici di Firenze, questo fondò nel monastero una libreria assai copiosa di codici e libri. Però si vuole da’critici, che la biblioteca preesisles-se, e che il Medici l’ampliò e 1’ abbellì, onde ne fu considerato quasi fondatore Sisto IV nel 1479 alla congregazione di s. Giustina unì la badia di s. Maria di Pero, delta Monestier, nel distretto di Treviso, il di cui capitolo generale nel i4<)3 ne stabilì governatore e amministratore l’abbate di s. Giorgio Maggiore di Venezia. Il Corner colle notizie degli abbati, riporta quelle interessantissime della storia e provenienza de’Corpi santi e altre insigni Reliquie collocale successivamente in questa chiesa, divenuta perciò celebre santuario, l’identità loro essendo stata autenticata da’ prodigi operati da Dio nelle traslazioni, e dopo la deposizione in questo luogo, lo devo contentarmi accennarle. Nel io58 nella chiesa di s. Giorgio Maggiore fu condotto da Candia il corpo di s. Cosma eremita, e collocato nell'altare di s. Benedetto. Su-