Bacco, allora cattedrale, alla nuova di s. Pietro, vi trasportò le loro ss. Ossa, le collocò 'nell’altare al loro nome consagrato in decente urna di marmo: per tutto ciò questa chiesa portò anche il nome de’ss. Sergio e Bacco. Il vescovo Lando del 7 risarcì a proprie spese il tetto cadente, e vi eresse la divola cappella d’ Ognissanti , che poi Martino V nel i424 arricchì di copiose indulgenze. Il patriarca Friuli del i5qt promosse con fervore la rifabbrica della cattedrale di s. Pietro, ed a proprie spese fece costruire di marmo il prospetto esteriore. Il Corner pubblicò la medaglia per tale rinnovazione, con l’anno i5g4 nell’iscrizione e l’immagini de’ ss. Pietro e Paolo. Ridusse a perfezione l’edifizio il patriarca Tiepolo del 1619, secondo il Corner, indi consagrata ai settembre 1642 dal patriarca cardinal Cornaro. Tra le ss. Reliquie che vi si venerano, oltre i corpi de’ss. Sergio e Bacco, vi sono quel- li del proto-patriarca s. Lorenzo Giustiniani; di s. Lucilla vergine e martire; de'ss. Marcellino e Giulio martiri, tratti dalle catacombe di Roma ; la mano di s. Cipriano martire e vescovo di Cartagine, che si crede già venerata nella sua chiesa abbaziale di Murano.Giace in questa chiesa il corpo d’Antonio Pizzamano vescovo di Feltre di santissima vita, che l’Ughelli e altri celebri scrittori decorano del titolo di Beato, morto in Venezia nel 1 512,e qui deposto, ove 8 anni dopo fu trovalo incorrotto e illustrato da Dio con manifesti miracoli. Di più vi sono sepolti que’vescovi e patriarchi, che dirò ragionando di loro. Aggiunge il Corner nelle sue Notizie storiche: » Conservasi pure decorosamente situata un’antica cattedra di marmo (riportando due incisioni della parte anteriore e posteriore della medesima, co’ caratteri scolpiti), che per tradizione dicesi esser quella in cui sedette 1’ apostolo s. Pietro, allorché nella Siria (F.) piantò in Antiochia Usuo pontificato. Fu donata questa nobile re- n9 liquia di cristiana antichità da Michele imperatore d’Oriente, figlio di Teofilo (perciò forse Michele III dell’842-67 5 ma nel relativo articolo che citerò, coll’opera originaledel Cornaro, la dissi donata dall’imperatore Michele al doge Gra-denigo nel 131 o; perciò qui debbo avvertire, che in quell’anno regnava Androni-co li Paleologo, figlio e successore di Michele Vili Paleologo morto nel 1282)* al doge Pietro Tradonico circa la metà del secolo IX, e l’essere stata tratta dalla città d’Antiochia diede motivo all’equi-voco,che fosse ella la cattedra di s. Pietro* Dalle parolechenel mezzo dello schienale sono incise, ed esprimono Antiochia città di Dio con lettere arabiche, chiaramente si desume non essere stato esso marmo lavorato avanti il secolo VII, sì perché la città d’Antiochia non fu chiamata Città di Dio, se non nell’anno 528, come attestano Teofane e Cedreno storici greci; come perchè la lingua arabica non si usò mai in Antiochia, se non dopo l’anno 637, in cui gli arabi la occuparono nell’ anno 28 d’ Eraclio imperatore d’Oriente”. Trovo nel Moschini. » Dopo il 2.0 altare, cattedra di marmo con iscrizione arabo-cufica : il volgo la crede cattedra di s. Pietro in Antiochia: tra’dotli chi la tiene come cattedra d’altro vescovo, chi come cippo d’un principe de’ mori Sulla medesima, parlando della Cattedra e festa di s. Pietro in Antiochia, riunii alcune erudizioni e opinioni, dovendosi tener presente anche quanto ho riferito nell’altro articolo Cattedra e festa di s. Pietro in Roma, la quale veneriamo nel tempio Vaticano (V.) per reliquia insigne e qual simbolo della Sede Apostolica. Questa Sedia (V.) d’avorio servì per molti secoli per l’Intronizzazione de’Papi. Quanto alla cattedra marmorea di s. Pietro di Castello, i critici moderni la credono portata da’ veneti crociati, da Costantinopoli a Venezia, e l’i-scrizioni essere in lingua turca. In tanta discrepanza d’opinioui volli consultare