592 Mocenigo piissimo eremita camaldolese, coU’iutendiineiilodi pianlarnella sua patria un luogo di solitudine pe’suoi eremi ti. Il detto pievano avendo un fratello eremita concorse perchè gli fosse ceduto quello di 9. Clemente, contento di consegnar loro las. Casa e l’immagine,perché meglio fosse venerata. Acquistatasi dal Mocenigo l’isola dis. Clemente, per vendita fattagli da’canonici della Carità nel 1641, previo il debito permesso del senato ne prese possesso. Il libro, Stalo personale del Clero, ilice che gli eremiti l’ottennero dopo il 1 ia8, ma le date che io riporto le ricavo dal Corner. Fu subito fabbricato l'eremo di 12 celle, per ordine del procuratore Renier Zeno, il di cui fratello Tito, esemplarissimo eremita camaldolese, dopo aver costantemente ricusate le dignità di sua congregazione, tollerò d’essere istituito 1,° priore dell’eremo veneto, e poi morì santamente a’5 giugno 1646. L’8 del seguente settembre, terminata la fabbrica della s. Casa, vi fu trasportato il simulacro della B. Vergine di Loreto, con pompa ecclesiastica e accompagno del patriarca Mo-rosi ni. Dipoi per opera de’ camaldolesi eremiti, dilatata a comodo de’fedeli la chiesa, ed eretta dal senatore Bernardo Morosini Pesterior facciata di marmo, il patriarca Foscaii la consagrò a’i5 maggio 1 y5o, assegnando per anniversario della dedicazione il 22 ottobre. Negli altari vi furono riposti i corpi de’ss. Già» cinto e Mario martiri tratti dalle romane catacombe. Nell'eremo fiorirono religiosi di santa vita, fra’quali il p. Prosdo-cimo da Murano e il p. Andrea da Treviso, e vi restarono sino al 18 io, epoca della generale soppressione. Nel 1818 l’isola e l’eremo si destinò a ritiro de’sa-cerdoti e altri ecclesiastici meritevoli di correzione e appartenenti alle provincie venete. Peto tale istituzione venne temporariamente soppressa nel 1855, dovendo quest’ isola servire per manicomio femminile, al^quale scopo si sta altuaU mente (an. ■ 858) ('istaurando. Dell’antichissimo edifìcio del Gatileso nulla più rimane, fuorché una finestra d’architettura settentrionale nella muraglia dell’orto ; di quello de’canonici regolari poco, se si eccettui il nobilissimo tempio dalle loro cure fondato, indi accresciuto e abbellito dagli eremiti. E di questi sono ancora quasi tutte le caselle o celle dove traevano solinga e silenziosa la vita, schiudendo il labbro solo per benedir l’Eterno o memorare la morte. Il silenzio chequi regnava era volontario, di uomini che vestiti di bianchi mantelli e colla barba intonsa, in Dio cercavano rifugio contro a’ tanti inali che accompagnano la vita in questa valle di lagrime, nostro soggiorno temporaneo d’incerta durala. Singoiar contrasto fa coll’ eremo quella fabbrica a guisa di piramide che sorge in un lato dell’isola, ed è una conserva di polvere per farmi da fuoco, il eh. conte Agostino Sagredo, nella descrizione dell’isola di s. Clemente, con disegno pubblicato 11 e Siti pittoreschi, osserva che su molle ¡solette della Laguna avviene che si vedano simili conserve di polvere. La provvidenza del veneto senato, dopoché terribili incendi distrussero l’isola di s. Angelo della Polvere, di cui nel n. 27, e il castello di Brescia, i due principali deposili di polvere nello slato, anziché in due soli, ordinò che in molli e separati recinti venisse collocala, per evitare nuovo pericolo di così forti danni. Ed innalzava la maggior parte degli adatti edifici presso a’cenobi della Laguna, quali luoghi più apportati e sicuri. La chiesa di s. Clemente è uiagnifica ed elegante j ma troppo carica d’ornamenti e di marmi, segna il decadimento dell’arte. Benché si voglia che la facciala fosse murata a spese del Morosini ricordato, nel secolo XVII, di questo nulla vi trasparisce. Anzi per quella schiettezza e per essere l’unica edificata in 3 ordini da semplici cornici divisi e scompartiti da ante, sembra opera de’valeuli Lombardi. Giova