randa, che non è possibile entrarvi senza rimaner compresi di profonda riverenza e sentirsi quel brivido che non ispirano molti altri templi; effetto rarissimo da ottenersi dall’ estetica negli edilizi sopraccaricati di tanti ornamenti ricchissimi, e che potrebbe forse anche attribuirsi a quella patina generale che il tempo ha disteso sull’immensa varietà degli oggetti e de’ marmi, temperandone il sommo splendore, e mettendovi quell’accordo, quell’armonia, quel misterioso, che non riesce all’arte di poter quasi mai dare all’opere, quantunque vi concorra col lusso di tanti altri mezzi. Lasciò scritto il Temariza, nella sua operetta sull’antica Pianta di Venezia.» La cappella ducale di s. Marco, magnifico tempio, nella più parte composto co’preziosi marmi spoglio d’altri templi dell’Oriente, fu opera di tre o quattro secoli,che furono quel- li della decadenza; e ciascun secolo coll’entusiasmo della moda, figlia il più delle vol-tu dell’ignoranza, vi lasciò l’impronta del suo genio. Quindi la cappella ducale è una greca in Italia, che adottando le varie mode di lei si è sfigurata con pregiudizio della sua bellezza natia. La facciata di fronte è per cosi dire un grottesco magnifico: c’è di tutto; c’entra il gotico ancora”. Il severo Milizia, dichiara la chiesa di s. Marco stimata più per la ricchezza della materia e per la delicatezza del lavoro, che per la sua grandezza; essendo tutta di marmo, ricca di scelte pietre al di dentro, e messa ad oro al di fuori, onde fu detta la Chiesa dorataj e da tutte le parti straccaricata di sculture. La pianta essere a croce latina a 5 navate, cioè comprese le due della crociera. A vere 5 cupole in croce, emisferiche e con pennacchi, come la cupola di s. Sofia di Costantinopoli. Fra dentro e fuori contarsi più di 5oo colonne di marmo. Il solo portico esteriore, eh’ è a 5 archi, avere due ordini di colonne le unesull’altre, ascendenti a 2g2. Sul portico la loggia scoperta circondata di balaustri, con 364 colonnette, e girano per tutto il contorno esteriore della chiesa. In fondo alla loggia e corrispondenti alle 5 porte della facciata, essere 5 altri archi sostenuti da molte colonne di porfido. Questi archi congiunti con vari fregi lavorati a festoni e fogliami di marmo con diverse figure,avere fra gl’intervalli nicchie in forma di campaniletti, essendogli archi tutti tondi.Il Cicognara non si propose di porgere nella sullodata opera : Le Fabbriche e i Monumenti cospicui di Venezia, accurati dettagli della basilica di s. Marco, ma solo di alcune delle principali parti. Vi supplì maestrevolmente T encomiato Zanotto, con quanto vado a compendiare, non senza utilizzare di altri benemeriti scrittori. Sembra che l’architetto, inventore della pianta, sia affatto diverso da quello che la facciata principale dispose, il quale aveva assunto l’incarico di erigerla tale da vincere in magnificenza tutte le altre esistenti, in premio di che vanamente domandò al veneto senaloTonore della statua onoraria in marmo.Ma compito il lavoro, incautamente espresse a-■versi frapposto alcuni ostacoli che impedirono potesse condurlo con maggior nobiltà di quello eh’ egli volgea nella mente; per cui la repubblica gli negò il simulacro, e invece volle che nell’ ango- lo destro del maggior arco sopra la porta principale fosse scolpito in bassorilievo nell’atto di mordersi un dito, come ad esprimere al riguardante il di lui pentimento per la pronunziata parola. Ivi si vede a doppie stampelle, perchè si aggiunge che fosse male aitante della persona. Questa tradizione per altro non è autenticata dalla storia. 2. La fronte principale del sagro edifì-zio, composta in due ordini, per la ricchezza e sontuosità de’marmi, delle sculture e de’musaici, pe’ trafori, gli ornamenti e le statue che coronano i 5 pi-nacoli, ne’ quali è divisa, e le tante preziosità ivi raccolte, lo rendono mio de’ più cospicui monumenti non solo di Ve-