C,\n I’ »Itilo religioso, e di rui ottenne dopo il «io generalato In prefellurn. Cia da gran tempo si trovava raccolto nella biblioteca una ricca suppellettile di pregevoli inss. lavorìi li per la maggior parte da’ monaci stessi, secondo il lodevole e utile costume eli’ essi anticamente ebbero di moltiplicare e di perpetuare con tal meno i libri più meritevoli prima del-P invenzione della stampa. Divenne però molto più rispettabile questo bihliofila-ciò di s. Michele per la zelante cura che si piese d’accrescerlo e d’arricchirlo il p. M ti (nielli. Egli non risparmiò in tutto il tempo di suo monastica vita nè fatica, nè speso per renderlo uno de’più copiosi e più rari. Egli si portava sollecito dove sapeva che vi fossero libri da vendere, anzi teneva in diverse parti a questo medesimo (ine attentissimi esploratori,« ¡1 poco a poco questa sua virtuosa passione divenne s'i notoria, che non nvea giii (piasi più bisogno di prendersi veruna pena per soddisfarla, poiché chiunque aveva simile merce da esitare, lo cercava, sicuro di trovare in lui un onesto compratore. Fra’ pretiosi acquisti ch’egli fece per questo metto, meritano pnrticolar menzione i numerosi codici, che furono gin di proprietà della nobile casa Barbaro così feconda d’illustri letterati. Ven’erono del celebre senatore Francesco Barbaro,deidi lui nipote Ermolao Barbaro patriarca d’ Aquileia, di Daniele Barilaio altro patriarca d’Aqui-leìa, e di Francesco che alla (Ine del secolo X Vi tenne pure il medesimo patriarcato. Le biblioteche eh’ erano siate del celebre Cardinal Bembo, del Cardinal Pietro Foscari, di Domenico de Dominicis vescovo di Brescia edi altri,somministrarono parimenti un’ ampia messe al p. Miltorelli. Se n questi acquisti dispendiosi si aggiungano i doni, benché meno frequenti, eh’ egli ricevette da molli illustri personaggi, si concepirà facilmente che la biblioteca di ». Michele di Murano meritò per la copia e pel pregio de’suoi codici di andar del pari colle più insigni biblioteche. Non contento il p. Mitlarelli d’avere con Ionia spesa e fatica raccolto insieme Ionie ricchezze letterarie, volle con delta opera renderne pubblico l’uso e immollale. Egli pi esenta in essa per ordine alfabetico gli estratti ragionali, quantunque compendiosi, di tutti gl’insigni codici della medesima, accennando nel medesimo tempo il' numero con cui erano contrassegnati ed il secolo in cui furono scritti. Le notizie interessanti intorno a’ loro autori, i saggi ottimamente scelli, che si presentono dalle loro o-pere, tutte le volle che la materia lo comporta, la varietàdegli argomenti intorno a’quali questi saggi si aggirano, la sana critica dell’ autore, la nitidezza e gravità del suo stile, sono i singolari pregi dell’opera. Alla biblioteca de'codici mss. aggiunse il p. Mitlarelli quella de’ libri stampali nel secolo XV,che si trovavano raccolti in grandissimo numero nella medesima libreria, e che da’ bibliofili si tengono nel medesimo pregio de’ codici mss. Difilli tali libri, oltre il presentarci dinanzi agli occhi una storia pallante degli incunaboli e de’ primi passi del-P arie tipografica, c’ istruiscono ancora di molte particolarità che non si trovano ne’libi i posteriormente stampali,tranne alcune eccezioni. Notò il eli, Antonio Diedo descrittore dell’isola di s. Michele di Murano nel libro de’ Sili pittoreschi, la cui elegante veduta è dell’ egregio artista Marco Comirato, che sì sontuosa biblioteca, fra le altre preziosità, contava la i.* Bibbia stampata a Magonza nel ■ 473, molli codici greci, latini e italiani, l’originale di Damele Barbaro sul-l’Arclutettura di Vitruvio; ed il celebre Mappamondo di fr. Mauro, monaco del monastero slesso, di cui riparlai nel § XVI, n. 3. Contemporaneamente vivevano nel monastero di s. Michele d. Fortunato Mandelli dotto archeolugo, e d. Angelo Calogeri«, benemerito filologo che ci diede la preziosa Raccolta it'opnsca-