69° la chiesa divenne parrocchia, ed è l'unica dell’isola, col dello doppio (itolo de’ ss. Pietro e Caterina. — S. Matteo delle monache benedettine cisterciensi. Verso il I2g8 vi si trasportarono quelle dell’isola di Costanziaco, a’21 gennaio facendo porre la i.' pietra ne’ fondamenti della chiesa, in onore dell’apostolo ed evangelista s. Matteo titolare di quella che aveano abbandonata. Dopo avere le monache sostenuto litigi, ed essere stale soggette agli abbati dell’ordine, Paolo II nel 1469 le sottopose a’patriarchi di Venezia, ordinandone la riforma dalla decaduta disciplina. Leone X nel i52i vi uni il monastero cisterciense di s. Margherita di Torcello già celebre. Indi fu ristorata e ornata la chiesa di s. Matteo, la quale possedeva il corpo di s. Emiliano martire tolto da’ cimiteri romani, ed altre ss. Reliquie. — SS. Eufemia e Compagne martiri aquilciesi delle monache benedettine cisterciensi. Fondato sotto l’invocazione di tali sanie, da ¡Margherita nobile padovana, che nel 900 sottrattasi dalla patria pe’turmiltidi guerra,ritirossi con 3 nobili vergini nell’isola di Mazorbo, gli donò se stessa e i suoi beni ; e visse in tanta santità di vita e splendore di virtù, che meritossi esser illustrata da Dio con grandi miracoli, onde dopo morte i popoli l’onorarono col titolo di Beata. A questo monastero Eugenio IV nel i438 congiunse l’altro benedettino dell’ isola d’ Annoiano ridotto a 3 monache. — S. Maria di Vaiverde delle monache benedettine. IV tumulti e pericoli delle guerre, partite dal monastero di s. Caterina di Chioggia verso la fine del XI II secolo,Margherita superiora con due ultre monache, si ricovrarooo in Mazorbo dalle cisterciensi di s. Eufemia; ma assuefatte a più rigorosa vita, impetrarono da Egidio vescovo di Tor cello facoltà d’ istituire nella parrocchia de’ss. Cosma e Damiano un nuovo monastero sotto l’invocazione di Maria Verginee di s. Leonardo confessore, per pro- fessarvi con altre vergini l’austero istituto cister dense. Il vescovo con decreto del 1281 I’esaudì, permettendo pure di ricevere all’abito monastico monache, monaci, converse e conversi, secondo l’uso di que’tempi.ne’quali come già dissi abitavano presso i chiostri delle monache, regolari del medesimo istituto sì sacerdoti, che conversi, quelli per l’amministrazione de’ sagramenti e questi pe’temporali servizi del monastero . Pare che negl’ iuizi del secolo XIV le monache adottassero la pura regola di s. Benedetto, ignorandosi perchè si d issero della Valverde. L’angusta e disadorna chiesa era ricca di ss. Reliquie, fra le quali del Legno della ss. Croce grosso quanto un dito, oltre porzione d’osso del s. Contitolare della chiesa, riposto nel suo altare quando lo consagrò nel 1 539 Cornelio Pesaro arci vescovo di Zara. — S. Maria delle Grazie delle monache cappuccine. Dalla città di Venezia, ove nel i63o orribilmente infieriva, dilatossi la peste anco nelle vicine isole della Laguna con tanto maggiori stragi, quanto era più grande la miseria degli abitanti. Sotto il peso del grave flagello si rivolsero i popoli a implorar la divina misericordia, ed invocando il patrocinio di Maria, decretò il senato una magnifica chiesa a di lei onore, e per tale esempio altra ne promise la comunità di Mazorbo corrispondente al tenue suo potere. A questa piccola chiesa fu poi imposto il nome di S. Diaria di Mazorbo, in memoria forse d'altra più antica sotto lo stesso titolo già eretta nell’ isola, e poi dal tempo distrutta. Nel 165y fu data in custodia ad un eremita napoletano, e poco dopo al sacerdote trentino Giovanni, che vi morì nel 1671. La comunità quindi la concesse a Carlo Poiini veneziano, morto il quale, nel 1689 fu consegnata alle bresciane e virtuose sorelle Elisabetta e Francesca Coi, che ridotta la chiesa a più decente struttura, vi fondarono accanto un angusto monastero per vergini donzelle sotto la regola