498 lingua aulica ; e questa lingua aulica Ita preso naturalmente una forte tintura di latino, eh’ è la lingua della Chiesa e delle cancellerie”. Ma soggiunge il compilatore de\V Effemeridi. » E qui pure s'ingan-na il nostro autore,a parer mio. Il dialetto romano e di tutto quel tratto di paese che si stende tra Roma e Napoli abbonda più che altro italiano dialetto di veri latinismi particolarissimi, mentre quella lingua aulica intanto può forse aver qualche influenza nella favella delli così delti primo e mezzo ceto della capitale, ma niu-nn o quasi ninna in quella del popolo , e nessunissima ne’parlaride’contadini massime i più lontani da Roma. Eppure quegli scolpiti latinismi si trovano appunto nel parlare di questi ultimi, e così strettamente tali, che dicono, per citarne alcuni fra’in otti, loco ed eco (Ulne e Ime) per qui e costì: tricare (tricari) per star a chiacchierare. Quel carpa poi è verbo comune in Italia, e viene da carpiree anche carpare, e quindi dal latino carpere. Carpir sul fusto, è detto elegante toscano per coglier sul fallo: e scarpare è un verbo comunissimo in Lombardia. Cosicché la domanda di quel servitore di piazza, quantunque non fosse parlata alla romanesca, e certamente neppure in lingua aulica di Roma, fu pure ciò nonostante italianissimamente detta, e tanto italianamente, che in alcune città è espressione comunissima e regolare affitto”. 7. De’ nobili e de’patrizi di Venezia. Originaria , antichissima e gloriosa per innumerevoli fasti è la Nobiltà e l’illustre ordine de’ Patrizi di Venezia. In tempo della possente repubblica veneziana ambirono di essere ascritti nel libro d’oro del patriziato e della medesima nobiltà,diversi sovrani, ed un grandissimo numero di famiglie principesche e signorili d’Ilalia e oltremonte. Questo articolo, e quelli in cui colla storia ne riportai le prove, nesonoirrefragabili testimoni. Imperocché da loro uscirono que’Sommi PouteGcie Cardinali di s.Chiesa, che più innanzi ricorderò; i dogi di Venezia, un gran numero di patriarchi, vescovi e altri dignitari ecclesiastici ; ammiragli, generali, procuratori di s. Marco, primari magistrati, ambasciatori, e infiniti illustri e benemeriti della patria per dottrina, valorose imprese,altoseunoemolteplici virtù.Non pochi rami de’patrizi veneti si trapiantarono in diverse parti d’Italia e d’Europa, ove fiorirono e fioriscono. Dice l’annotatore del Butler, Vile de'Padri, de Martiri e degli altri principali Santi (a-vendolo ricavato dall’arte di verificar le date, Cronologia storica de’ Dogi di Venezia, 1.1 7, par. 2, p. 537, la quale opera per la 1.“ volta pubblicata in italiano a Venezia dal tipografo Giuseppe Gattei, contiene nel t. 4j [>■ 131 della Continuazione, il proseguimento e fine della Cronologia medesima, e tutta terrò presente nel § XIX, n. 4 e seS-)> nelle due edizioni venete di questi stessi tipi, nella vita di s. Lorenzo Giustiniani (per continuare la cui famiglia, come dirò nel § XVIII, n. i3 e altrove, il Papa Alessandro 111, con raro esempio, dispensò dà’ voti monastici e dal sacerdozio il b. Nicolò Giustiniani, per sposare Anna figlia del doge Vitale 11 Michiel, e dalla discendenza del figlio Dernardo nacque s. Lorenzo), patrizio veneto e 1.“ patriarca di sua celebratissima patria. » La nobiltà di Venezia si divide in 4 classi. La i.* è composta dalle famiglie elettorali, che discendono da’Xll tribuni da’quali fu eletto il i.° doge nel 709 (non posso convenire a questa data, perchè devesi anticipare al 697, come dirò nel § XIX nel riportare la serie e le biografìe de’ CXX dogi di Venezia). Questi sono i Contarmi, i Mo-rosini, i Gradenighi, i Badoari (ne’quali, come superiormente notai, si trasfusero gli antichi e celebri Partecipazio), i Tie-poli, i Michieli, i Sanudi, i Menimi, i Fa-lieri, i Dandolo, i Bollarli o Polani, i Ba-rozzi. Ci ha 4 altre famiglie che sono quasi antiche al paro ili queste, e che soscris-sero con esse la fondazione della gran