niinato consorte, ma che prima di possederla l’accademia di Venezia, la contessa avea disposto che la godesse in vita il 2.°maritodi lei, maggiore Giovanni Ilell-mann, uomo degno di quelle gemme, perchè di mente a forti ed elevati studi nutrita. Ma egli con rara nobiltà d’animo, rinunciava a sì alto beneficio, perchè più presto la patria del Renier tributasse nuovo e più riconoscente pensiero alla memoria dell’ottimo concittadino, e di quella che fu tanto conforto a’tardi anni dell’egregio patrizio. Il eh. marchese,nel dichiarare la riconoscenza dell’accademia, notificò che dessa destinava apposita sala sulle cui pareti si rammentasse l’eletto dono della liberale testatrice; chiamando »> benemeriti della patria coloro, che i tesori dell’arte italiana vogliono tolti al pericolo di crescere invidiabile ricchezza a terre straniere, concedendoli a quegl’ istituti nostri, de’quali è primo ufficio istruire la gioventù nelle discipline del bello, contemperando il precetto coll’esempio de’monumenli operati dagli avi immortali”): in detta sala ve ne sono 29. Nella 3.* Sala Palladiana se ne contano 1 7. Nella 4.* Sala 22, e nella 5.aSala 15. Altri parecchi dipinti si conservano ne’depositorii accademici in attesa d’essere disposti nelleiSa/eiVHOi’iSMWjche sono in ristauro. Leggo nel cav. Mutinelli,/i«-nali delleProvincie Fenete, che dopo istituita 1’ accademia di belle arti, fu nominato suoi.0 presidente Alvise Pisani, uomo non per altro che per l’altezza della sua schiatta destinato alla carica. Morendo poco dopo, fu scelto a surrogarlo il ferrarese conte Leopoldo Cicognara, fornito di molta dottrina e di molta pratica nelle belle arti, di natura magnifico, pronto a giovar lutti. Nell’agosto 1808 fece la solenne apertura del nascente veneto istituto, e la 1 .* distribuzione de’pre-ini, pronunziando un discorso degno di lui su II’Origine dell’ Accademie. Proferito quel discorso in una Venezia tanto ricca di chiari mouuineuti,cheper la tni- 243 labile costruzione loro hanno sfidai0 I’ urto de’ secoli ; proferito in un edilìzio con semplice maestà eretto da Palladio; proferito in un luogo, ove dal magico pennello di Tiziano coloritosi vede il più bel che ci resti di lui (l’iucompa-rabile Assunta); molto valse ad eccitare negli animi della gioventù, che l’ascoltava e che in quell.“anno avea pur dato alcun saggio di felici disposizioni, e-mutazione a più rapidi e difficili avanzamenti, a più laboriosi esercizii. Riporta quindi il Mulinelli gli elenchi degli alunni premiali dall’accademia in Venezia dal 1808 al 1840 inclusive. Erano in quest’ultimo le scuole: architettura, prospettiva, disegno in figura e sue parti, incisione, elementi, paesaggio, ornamenti, anatomia. Compiuta fu la riduzione della fabbrica ad uso dell’accademia dal Selva. Dipoi seguì l’ampliazione della Pinacoteca dell’accademia coll’ aggiungere al braccio dell’edifizio di Palladio, le due discorse vastissime sale destinate a contenere le descritte e insigni opere di pennel- lo de’primi maestri della veneta scuola, e il collocamento in altre due sale de’ gessi de’più scelli modelli tratti da’niar-mi del museo Britannico di Londra, generoso dono all’ accademia del re d’ Inghilterra; i quali modelli, diversamente da quelli che d’ ordinario si vedono in ogni altra accademia, dal più colossale al più piccolo, ad ogni punto di veduta, ad ogni effetto di luce sulle basi loro si aggirano senza uopo d’ aiuto robusto, o manubrio alcuno, ma colla pressione appena d’un dito. Trovo nel n. io3 del Giornale di Roma del 1853, in data di Venezia 2 maggio, che l’eccelsa luogotenenza, sempre sollecita a promuovere il lustro e l’incremento dell’ arte, fin dal 1851 concesse facoltà all’i. r. accademia di belle arti d’aprire un concorso ad un annuo premiodi lire 3oo,a favore di quegli allievi di essa accademia, i quali sapessero condurre lodevolmente a buon fresco (grandiosa pittura, che Michelangelo