finché diminuendosi lo telo de'direttori e lelunosiue de’fedeli, si vide iu pochi anni il pio ospizio privo d’ubitalori, cessa* lo il santo e inorale scopo, e le sue fabbriche vicine n rovinare. Commosso però il doge Francesco Foscari, che in ud luogo consagrnlo da line sì nubile di cri>liana pietà venisse a mancar totalmente il divin culto, fu sollecito di profittar l’occasione che gli presentò la divina provvidenza. Il (iurentiuo Giovanni Brunacci monaco deH’oidine del u. Sul valore tli s. Brigida, e priore del monastero di s. Cecilia di llonia, cercava [ier te e pel suo ordine un luogo solitario per servir a Dio in Venezia. Ad esso pertanto con ducal diploma de’ai maggio i4*4» liberamente concesse l’intera isola de’ s«. Cristoforo e Onofrio, perchè restar do* veste in perpetuo nell’ordine Drigidinno, riservato però sempre a’dogi il padronato. Ma breve fu la dimoia de’ tuonaci hi igidiani nell'isola, poiché avendo il Papa oidi nato la riforma dell 01 dine, essi ne partirono: di loro riparlai nel § Vili, n.io. Allora il doge Foscori, conoscendo l'integrità della vita e l’odore dell’ottima fama di fr. Siinone da Camerino, rettore de’frati eremiti agostiniani del-l’ostervanta di ». Maria di Monl'Oiioue, alla congregazione di recente dal sant'uomo istituita unì e donò l’isoletta colie sue fabbriche, acciò i di lui frati vi avessero pei petuo domicilio, fioche vivessero nell’ osservanza della regola di >. Agostino. Il diploma ducale fu segnato «’a 5 novembre)4^6. Da ciò, osserva il Corner, si rileva la falsità della tradizione, che asserisce avere il b. Sunone ottenuta la concessione dell’isola, in ricompensa della pace stabilita tra la repubblica e il duca di Milano Francesco I Sforza, poiché tal pace nou fu conclusa se non nel 1454, cioè 18 anni dopo la donazione dell'isola, il merito di questa pace , felicemente maneggiala e convenuta, viene |>eusì coucor demente attril>uilo alla saviezza c credito del b. Simoue di Caaie- G3i tino, da molti storici accreditati sì veneti e sì stranieri, e fra questi da Enea Silvio con temporaneo e poi Pio II, nell’ /-storia (t/iwopa. Egli narra, che eletta Nicolò V d,/principi per ai bitro e conciliato!' della pace d’Italia, Simonetto frate agostiniano conciliò i veneti col duca Francesco I, eparve a tutti miracolosa la riuscita in un umile e sconosciuto religioso. Certamente che da sì cospicua benemerenza di fr. Sunone deiivarouoalla sua Congregazione segnalati vantaggi ; dap' poiché il seuato nello stesso 1 4 5 \ concessi* grandiosi privilegi d’ esenzioni a’ conventi tutti della congregazione, ed asse* guò rilevante somma di denaro al ristati 10 delle cadenti fabbriche di s. Cristoforo, che da quel tempo in poi per pubblico allo cominciò a denominarsi .«. Cristoforo della Pace, e ne’ nuovi muri del circondario furono incise l’insegne della repubblica veneziana e del duca di Milano in marmo, ed unite con forti legature di ferro in testimonianza della conclusa perpetua pace. Co’detti soccorsi potè fr. Si* mone rinnovare il monastero, e rifabbricare in più nobile forma la chiesa, clic poi uel 1619 fu arricchita di copiose reliquie di santi donate da Luca Stella arcivescovo di Zara. Il maggior ornamento della chiesa lo formò il corpo incorrono dell'angelicob. Grazia diCattarn,converso del monastero e discepolo del b. Simo-De, collocato nell'altare a lui dedicato, le cui notizie 1 acconta Corner, qtlal prodigio di penitenza e d’orazione, e delle più belle virtù, glorificato ila Dio in vita e in morte con istupendi miracoli. Fu il tuo amico Antonio Trou procuratore di t. Marco, die gli fece alzare un sepolcro di marmo sopta 4 colonne, e «colpirne (’immagine iuatto didorrairc.Giiagosti-niani restarono ncU'itolella sino alla generale soppi enione nel 1806. La chiesa ornata di pitture del (lassano e di Giovanni Bellino, nel 1807 fu demolita col convento, cuti danno massimo dcll’arti; |Kiichè vi ti ammiravano molte bell'opc*