agS cesse indulgenze a’sovventori nel 1427. Il successore Eugenio IV nel 14^4 arric-chi il monastero d’indulgenze, e gli confermò e aumentò i privilegi. Nel 1436 a proprie spese vi fabbricò l’infermeria Tommaso Tommasini vescovo di Fellre e Belluno, oltre altre beneficenze; ed ottenne da Eugenio IV di sottomettere al monastero la chiesa parrocchiale di s. Lucia, e in morte volle esser sepolto nella chiesa.Fantino Dandolo, poi arcivescovo di Candia, rifabbricò più grande e più ornuta la chiesa,indi consagrata nel '444 da s.Lorenzo Giustiniani allora vescovo di Castello, venendo ornata di vari pregevoli quadri, e altre pitture nel coro con intagli. Ebbe questo monastero dall444 1476 soggetta alla propria amministrazione la vicina chiesa parrocchiale di s.Lucia. Continuarono le monache ad esser diretteda’domenicani, da'quali lesottras-se e rese dipendenti dalla s. Sede, il uun-zio di Venezia Girolamo Aleandro nel 1 534 d’ordine di Clemente VII, per discordie insorte tra la priora e le monache. Dipoi ad istanza del senato, l’io IV sottomise il monastero a’ patriarchi di Venezia. Fra le molte ss. Reliquie di cui era ricca la chiesa, la maggiore consisteva in una mano di s. Veneranda vergine e martire, a di cui.onore fu istituita una divola confraternita nella medesima. Il monastero fu dato poi alle monache francescane, come asserisce l’ab. Cappelletti, il che sarà avvenuto negli ultimi anni, non facendone menzione il Corner, e neppure il cav. Cicogna. Nel 1806 il monastero fu dichiarato di 2.“ classe, e vi furono concentrate le religiose di s. Maria del Rosario presso s. Martino, e parte anche di quelle del s. Sepolcro, non potendo tutte rimanere in quello de’Mira-coli; le quali monache del s. Sepolcro erano francescane, e a quest’epoca forse voi-lealludere il Cappelletti. Le monache cessarono colla soppressione del 18 10, ed al presente monastero e chiesa, che fu atterrata, si ridui ranno a magazzini per le merci e per la dogana addetta alla strada ferrata. 4i. Agostiniane, e ora Figlie della Carità dette Canossiane, dì s. Lodovico detto s. Alvise. Una mirabile apparizione di s. Lodovico vescovo di Tolosa del 1388, fu cagione dell’edificazione della chiesa e del monastero sotto la sua invocazione. Viveva la virtuosa Antonia Ve-nier vedova, in orazione e pii esercizi, ed ebbe la visione del santo, il quale indicandole il sito, le ingiunse d’acquistarlo, e di fabbricarvi chiesa e monastero col suo nome, poiché Dio voleva che fosse glorificato anche in Venezia. Svegliatasi Antonia si trovò tra’dubbi, perla recente legge del senato vietante l’istituzione di nuovi monasteri, mentre tanti de’ vecchi andavano in rovina, per cui si credè incapace a tanta impresa. Inquest’incertez-ze, le ricomparve in visione il santo, precisandole il luogo ove dovea effettuare l’ordinatole, ed in cui allora abitavano fabbricatori di corde armotiiche,mostrandole una pietra cenericcia da porsi ne’ fondamenti. Postasi quindi a cercarlo , il trovò insito esteso e paludoso del sestiere di Canalregio. Narrate le visioni a pio sacerdote, fu confortata a ubbidire a’di-vini voleri. Pertanto si recò dal suo parente doge Venier, e ne implorò la protezione, ma egli mostrandosi propenso, le espose la fermezza de’ consigli del senato. S. Lodovico per la 3.s volta riapparve in visione ad Antonia, e 1’ esortò a confidare in Dio pel felice esito di sua impresa; ed infatti ottenne il bramato permesso. Comprò dunque il sito, e scavandosi i fondamenti per la chiesa fu trovata la pietra mostrata dal santo alla fondatrice, efu posta per base fondamentale con benedizione. Mentre ciò esegui-vasi, usci improvvisamente da’fondamen-ti un mirabile splendore, in mezzo di cui apparve un uomo venerando, il quale dopo aver col grave suo aspetto ricreati per qualche tempo gli spettatori divoti sparì. Consumatisi da Autonia tutti i suoi