aver subito varie restaurazioni ne’lempi anteriori, ilodati fratelli allre ve ne operai ono, riducendola in elegante forma e ridonandola al culto divino a’i5 agosto i854-Nel n. 78 del Diario di Roma del i843 si legge un bellissimo articolo del eli. Domenico Zanelli, intitolato: Le Scuole di Carità in Venezia dirette da’ chierici secolari. Avendo egli visitalo Tislituto, rileva le benemerenze de’fon-datori, la preziosità della santa istituzione, che ha per oggetto primario la buona educazione della gioventù, e per poterla meglio raggiungere vi sono educa- li alla pietà e alle viscere ili paterna carità que’che devono esserne i precettori; sacerdoti stretti da voti semplici, viventi in comune, e regolati da particolari costituzioni approvate da Gregorio XVI, con breve apostolico in cui il Papa chia-mò Venezia seconda sua patria, come rimarcai nell’indicato articolo. Lo slesso Papa col breve CumNobis, de’25 marzo i835, Bull. Rom.cont. t. 20, p. 4-5, concesse la facoltà di celebrare la messa nella cappella ilella casa della congregazione, con soddisfazione del precetto. L’istitu-to già era si esteso anche a beneficio e vantaggio delle povere fanciulle, ed allora accoirevano alle scuole 3oo giovanetti, ammaestrati daH’operose cure de’pietosi e saggi sacerdoti, unicamente col nobile sentimentodi concorrere all’edificio d’11-na società veramente cristiana. Di già eravi il corso completo di scuole elementari e ginnasiali, e l’istruzione non è disgiunta dall’educazione. Il eh. e fecondo letterato cav. Filippo Scolari, nel decorso anno pubblicò e dedicò a mg.' Gio. Battista Sartori-Canova vescovo di Mindo: In morte del M. R. P. Giuseppe Marchiaci dell’inclita congregazione delle Scuole di Carità in s. Agnese di Venezia, Canzone. Venezia nella tipografia di L. Gaspaii 18^7. Nella dedica celebrando 1’ illustre prelato, che nell’ episcopato, come nel regno delle belle arti, ha sparso lauta luce di virtù, di carità 177 e di sentimenti apostolici, con sensi d’ammirazione e con omaggio d’ossequio, si congratula come da ultimo a perpetua consolazione della Chiesa, della cara sua patria Possagno e del povero, fece la magnanima fondazione d’una casa religiosa, dove i benemeriti padri dell’inclita congregazione delle scuole di carità a-vessero cura dell’educazione cristiana e civilede’giovani possagnesi; ulteriore prova di quanto ardesse vivamente la fiamma nel pastorale suo petto, ed il sapiente suo zelo pel bene spirituale e temporale de'prossiini, con ainpliazione onorifica alla congregazione. Ma ilessa fu tocca in quel punto da nuova mestizia e desolazione, per la dolorosa perdita fatta del valente confratello p. Giuseppe Mar-chiori, discepolo ben degno del venerando fondatore p. Marco de’conli Cavanis. Il perchè con elegante e affettuosa Canzone volle deplorare l’acerbo caso, e insieme colle Notizie biografiche e storiche ad illustrazione del testo, registrare le principali memorie sì dell’insigne fondazione, che del preclaro suo figlio, questo col n. I de’ Cenni biografici, quel- lo col n. II de’medesimi, lo con pena non posso seguirlo. Mi limiterò soltanto a dire, che il eh. biografo ci descrive l’esemplare vita d’ambedue, la dottrina, il mirabile zelo per l’eterna salute dell’ani-me, la loro operosa vita fertile d’ubertosi frutti, a vantaggio della civile società, precipuamente nelle scuole di carità, meditata e fondata dalla fede del p. Mar-co;in cui, e nel fratello p. Anton-Angelo, risplendevano redi vive le virtù de’ss. Vincenzo de Paoli e Girolamo Emiliani,a-vendo profuso gran parte del loro patrimonio per la pubblica carità, anco per aver aperto nel già monastero dell’eremi* te di s. Giuseppe, di cui nel § XII,n. 20, in parrocchia de’ss. Gervasio e Protasio, una casa d’educazioue, da dove le zitelle più abbandonate e più misere sortissero ad esser un giorno esempio e decoro di consolate famiglie. lu tale citato luogo,