la Commissione generale di beneficenza, vari istituti pii, ed altri ullici dipendenti da’sopra enumerati. Finalmente Venezia è residenza di consoli generali, consoli e vice-consoli degli stati esteri, compreso il console pontificio, l'attuale essendo il commend. Andrea Battaggia veneto col grado di maggiore onorario della mari-' na pontificia, del quale mi piace far distinta menzione per l’antica stima ed affettuosa amicizia che gli professo; meritando encomi anche il suo cancelliere G. Battista • Pelosio, altro egregio veneziano. In tempo della repubblica veneziana, quivi risiedeva il corpo diplomatico, ed il prelato Nunzio apostolico, che abitava nel palazzo Gritti, maestoso edifizio donato ad hoc dalla repubblica, di che parlerò nel § X, n.” 27 degli ordini religiosi fondati in Venezia. 11 prelato nunzio era insignito della dignità arcivescovile, e da questa nunziatura veniva promosso a quelle di Vienua, Parigi, ec., od in Roma a carica cardinalizia. Perciò de’ nunzi di Venezia elevati a tale dignità si ponno vedere le notizie nelle loro biografie. Gli ultimi nunzi di Venezia furono Giuseppe Fir-rao napoletano, arcivescovo di Petra, e Gio. Filippo Scotti Gallerati milanese, arcivescovo di Sida, poi ambedue cardinali.L’archivio della nunziatura rimase in Venezia finoah835,nel qualeaunoil Papa Gregorio XVI iucaricò mg/Pianton di ritirarlo espedirlo a Roma,ciò che l’illustre prelato eseguì con ogni diligenza nell’ottobre coll’invio di 27 casse,ed il cora • pimento nel gennaio 1842.— Sorge, è bene ripeterlo,questa città in mezzo alle ac-. que,dove, vinta la natura dall’arte, invece delle palustri canne e di poche umili abitazioni di pescatori, che un dì ne ingombravano il silo, veggonsi torreggiare magnifiche chiese, palazzi superbi,cupole eccelse, altissime torri, archi, colonne e d’ogni maniera copiose produzioni mirabili deU’arti sorelle. Tania meravigliosa elevazione di Venezia mosse il grande c rinomato scrittore napoletano Giacomo 5 Azio Sincero Sannazaro, nato nel 14^8 in Napoli,a comporre il piìl famoso e fortunato de’ suoi epigrammi, nel quale altamente encomiando e celebrando lasingolare Venezia, e Roma (V.) a Venezia paragonando, quella ad opera attribuì degli uomini, questa degli Dei ; enfaticamente riputimdoquasi a virtù divina,Tesser uscita essa dal seno dell’acque, e così anteponendola a Roma. Eccone i versi. Fiderai Adriacis Vmetani Neptunus in undis - Stare Urbeni, et toto pone-re jura mari: - IIine ( altre versioni riportano Nunc) mihi Tarpejas qiiam-lunivis Jupiter, Arees - Òhjice, et illa mihi moenia Martis, ait : - Si Pelago Tyberim (altre versioni dicono: Si terram Pelago) praefers, Urbem adspi-ce utramqUe. -'Ulani homines, dices, hancpostiisse Deus. Questo epigramma lo leggo anche nelTUghelli, Italia sacra, t. },p. 11671 Patriarchatus Veneliarum, Dalmatiac Primas. Or la repubblica di Venezia avrebbe onorato il Sannazaro, quando venne in questa città col suo principe d. Federico d’Aragona (secondogenito di Ferdinando I re di Napoli, e poi anch’ egli re col nome di Federico I), rimunerandolo pel riferito epigramma, col premio di 600 ducati per verso (stando a quello che attesta il Crispo sulla fede fattagliene verbalmente dal suo a-inico Aldo ManuzioJ; ma questo è argomento disputabile, e non documentato finora.» Infatti, oltreché il Sanuazaro in altri luoghi ile\V Elegie e degli Epigrammi aveva ben più degnamente esaltato i veneti, il pensiero stesso dell’ e-pigramma è del tutto falso, perchè la maggior gloria de’ veneti sta nell’averla fondata in mezzo all’ onde, essi, e non altrimenti gli Dei, come giustamente notò l’ Azevedo nel suo poema : Venetae Urbis descriptio. E poi certo, che d’un fatto di tal momento negli atti della repubblica non si è potuto mai trovar memoria, o cenno in chicchessia degli storici contemporanei. S’ aggiunga, che