36o rifilino della proprietà e diritti de’ neofiti da pili te de’padri e parenti loro rimasti infedeli, mettendo essi neofiti, a tal effetto, e per I’alimentazione loro, solto la protezione speciale de’ vescovi e de’ principi secolari ; sciogliendoli pure d’ogni soggezione all’autorità paterna verso de’ padri loro rimasti infede- li. Questa è la bolla Propagandae per Universum, che trovasi nel Bull. Ro/n. t. io, p. 64 dell’ 11 marzo 1704. La parte veneta del Pregadi de’ 2 gennaio 1676, che permetteva a’ turchi, ebrei e mori, figli della casa de’ catecumeni, di applicarsi senza opposizione e spesa ve l una a qualunque arte o professione ili loro gradimento. La parte veneta del L’regadi 3o giugno 1688, che estendeva ed amplificava il detto privilegio. Fa consolazione lo apprendere, che in quel-I’ avventurosa età nella (piale era ancora profondo e generale il convincimento, che per guadagnar anime a Cristo, anzi per guadagnarne una solo(pprchè tutti siamo creati da Dio e a sua immagine, redenti da Dio, chiamati alla gloria di Dio), non sarebbero spese indarno le più enormi fatiche e le più larghe somme; non è a dire con qual concorso d’opere gratuite, largizioni e legali, fosse giovato 1 ’ 1 n -grandimento dell’istituto, nel quale tanto accorrevano gl’infedeli, che a’7 dicembre 1 636 ne furono battezzati 80 in un giorno solo! La cura stessa de’calecuineni era tanto favol ila e proietta, che padrini al battesimo si offerivano i più cospicui de’ cittadini p patrizi; i neofiti erano ammessi al battesimo anche nelle chiese parrocchiali con tutta pompa; ed è memorabile, che in s. Marco un ebreo fu tenuto a battesimo dal doge Grilli, il quale decorò il suo figlioccio del cavalierato, lo cinse di collana d’oro, e gli assegnòa stemma gentilizio l’arma di Cà Paradiso. A’ 27 novembre 1770 il patriarca Lìragadiu battezzò in s. Zaccaria il moro Aly turco della Guinea, e secondo il costume gli fu imposto il cognome del padrino Zen. La casa de’catecumeni ili Venezia, attuata 3a anni dopo quella di Roma, non solo divenne face d’esempio alle altre due, una apertasi 12 anni dopo in Ferrara, l’altra 38 anni dopo in Pieggio di Modena; ma sovraslò sempre a tutte, sia nel-l’ammettere all’istruzione cattolica , ed occorrendo al battesimo, tutti gl’infedeli ed erranti d’ ogni specie e d’ogni nazione; sia nel numero de’rigenerali alla grazia, che in Venezia continuo fu sempre, come lo è tuttora, per quanto sia vero, che la terribile procella del 1789, piombata sull’Italia d’oltr’ Alpe, come giunse a svellere dalle radici la quercia secolare della repubblica veneta, così e molto più valse a spegnere nel più delle menti il lume della cattolica fede, e con questo a decimare tanto le filiazioni spirituali , quanto le rendite d’ un venerando istituto, al modo già detto, il (piale fu aperto al mondo niente meno che per cooperare al trionfo della Redenzione, e dargli lezioni di verità e beni d’ eterna vita, arricchendo la Chiesa di nuovi germi di santità e di figli rigenerati e condotti al suo salutare grembo; nè già in qualità d’ospiti e di stranieri, ma di concittadini de’Sanli e famigliali di Dio. Tutto lo spirito del suo regolamento non mira in fatto, che ad associare alle cure ed a’ mezzi dell’ istituto tulle le volontà e le prestazioni degli operanti al solo fine, che non già perseguitati od avversati,ma gl’infedeli lutti si vedessero, e vedano, invece invitati ed accolti con ogni affetto ad una stessa mensa Eucaristica, e con essa tutti i vantaggi della civile e religiosa concordia, base fondamentale d’ogni progresso, qualsiasi la forma di regolato governo. Frattanto per la santità dello scopo, le incessanti sollecitudini de’patriarchi, valsero tanto all’istituto,che sebbene a’ j 2 maggio 1797 soggiacque ad altri sistemi imposti a’Iuoghi pii , mantenne la sua individuale esistenza, e potè giungere ancora vigoroso di forze, e consolato di figli, non meno che di largizioni cospi-