tere piacevolmente , con lieta e serena faccia, il noto motto del greco tragico: Leva il capo più maschia e più sublime - La virtù se si calca e si deprime. — Prima di riferire le insigni reliquie che sono nel Santuario, per lo più legale in custodie d’ oro e d’ argento d’ esimio lavoro, ricorderò il Trattato delle ss. Reliquie ultimamente ritrovate nel Santuario della Chiesa di s. Marco, di mg.' Illm.° e Rev.° Gio. Tiepo- lo primicerio della medesima chiesa, di nuovo stampato ed in questa 2.“ impressione accresciuto di molte cose e di più figure adornato, con licentia eie’superiori, et privilegio, in Venetia 1616 appresso Antonio Pinelli. Questo trattato è preceduto da un ragionamento della somma importanza delle ss. Reliquie, e con I’ autorità de’ Papi intende provare trovarsi del prezioso Sangue(P/.), di Gesù Cristo in terra, notando i luoghi più famosi ove si venera, come in Marsiglia ( per quanto dissi nel citato articolo ), Mantova (ne riparlai nel voi. LX1X, p. 123), Venezia nella chiesa di s. Marco per molto tempo restato occulto. Narra come dalla B. Vergine fu raccolto coll’acqua del ss. Costato, e come di Gerusalemme da s. Elena portato in un vasetto a Costantinopoli, e da questa a Venezia dal doge Enrico Dandolo, con altre ss. Reliquie, delle quali tornai a parlare in tale articolo, dicendo della divisione fatta di esse da’ conquistatori di detta metropoli, e tolte dalla chiesa e palazzo imperiale nel 1202 (o meglio nel 12o4). Come restasse prodigiosamente preservato nel 123o per l’incendio del Tesoro di questa chiesa, che ridusse in cenere molte altre Reliquie preziose, metalli, gioie e sculture, restandone illesa I’ ampolla. Ed oltre la descrizione delle ss. Pieliquie di questo Santuario, riferisce quanto scrisse s. Bernardo del ss. Costato, e I’ uffizio che si celebra in Mantova per la festa dell’invenzione del preziosissimo Sangue. Nel Santuario dunque 85 delle ss. Reliquie nella chiesa di s. Marco, oltre le memorie religiose che esigono la più profonda venerazione, sono pure insigni per I’ arte le loro custodie o reliquiarii, pel lavoro e la materia di cui si compongono. Nel luogo pertanto già accennato, alla sinistra di chi entra nel Tesoro, sono disposte parte sull’ altare che giace di fronte, e parte in alcune nicchie aperte nelle pareti, le molte ss. Reliquie che vado a notare.Due iscrizioni si presentano tosto scolpite ne’due Iati dell’altare. Dicela i.'che a’17 aprile 1617 Giovanni Cornal o custode delle ss. Reliquie ritrovò quelle del ss. Sangue, della vera Croce, del Latte della B. Vergine, e di altri Santi. Palesa la 2." che per memoria posero queste lapidi a’20 settembre, dogando Giovanni Bembo, i procuratori di s. Marco Barbone Morosino, Giovanni Cornalo e Antonio Landò. Già il memorabile avvenimento era stato celebrato a’ 28 maggio, mese seguente all’ avventurosa invenzione, con solenne processione in Venezia. Prima d’ogni altra reliquia, è da annoverarsi la celebrata del Sangue prezioso del Redentore, uscito dal di lui Costato e raccolto appiè della Croce. E' riposto entro un’ ampolla di figura rotonda, lunga un pollice, legala in un vasello d’oro,con analoga iscrizione greca. Il coperchio dell’ampolla è d’oro, fregiato di ricco smalto, nella cui parteesterna, con molto artificio di greca industria in un grosso e prezioso diaspro, vi è scolpito un Crocefìsso di bassorilievo, e ne’4 angoli in caratteri greci si legge: Je.su Christus rexg/oriae. Co’medesimi e d’ intorno al cerchio del coperchio si vedono le seguenti parole incavate nell’oro e riempite di smalto: Habes me Christum gestans Sanguinent carnis meae. Questa sagra reliquia è collocata nel tabernacolo sopra 1’ altare. Alquanti pezzi di terra inzuppati del ss. Sangue del Salvatore medesimo sono custoditi entro un reliquiario rotondo, lavoro costantinopolitano. Uu’ampolla del