gos\avens\a Matica, che aggrediscono il trattato di Rapallo e l’Italia : il l'oglejmo v bens\o Slovcnje (ricordiamo la Slovenia veneta) pubblicato a Lubiana, che spinge le pretese slave fino alle porte di Udine dove si troverebbero forti nuclei slavi. Un’altra tipica pubblicazione e quella fatta a Sussak nel 1930 dall’istituto tipografico del Litorale Bes doma (senza casa) nella quale, dopo un racconto di feroci atrocità che sarebbero state compiute dagli italiani nelle terre dalmate, già occupate e poi evacuate, a imitazione dell’Almanacco della Jadrausf^a Straza, è detto fra l’altro: « I rampolli dell'Italia chc fu guidata da Garibaldi e Mazzini seguono le orme della vecchia Austria che mantenne il potere con la violenza. Ogni cosa ha il suo tempo. Chi di spada ferisce di spada finisce. Noi non temiamo la guerra. Da essa usciremo sempre vincitori. 11 popolo italiano non fu mai vittorioso sui campi di battaglia. I suoi successi furono raggiunti solo sul tavolo verde ». Il libro conclude assicurando che « Rapallo c un altro Kossovo: è come un artiglio conficcato nella viva carne del del popolo jugoslavo ». .L’ufficio di censura jugoslavo al quale il libro fu inviato- prima della pubblicazione, non ha trovato nulla da dire. Tutti questi libri ed opuscoli, insieme a giornali insurrezionali stampati in Jugoslavia ma circolanti sono in Istria, come Vistarci Li't c il Zcns\i Svet (il mondo femminile) dedicato particolarmente alle donne, vengono con il contrabbando portati oltre confine e distribuiti fra le popolazioni allogene della Venezia Giulia, che però quasi sempre li respingono perchè vi vedono sopratutto inquietanti elementi di provocazione chc disturbano la loro tranquilla vita di lavoro. Sull’orma di questa letteratura incendiaria, accompagnati dai canti di guerra, avanzano i terroristi chc sostituiscono gli attentati e il sangue alle parole. Naturalmente il governo di Belgrado non ne sa nulla.