s. Lorenzo fu Innalzata a spese dì 3 famiglie, Frauduna, che poi fu detta Fa-lìera , Villarense e Mastallica. Fra queste i Fraudimi avendo eretto 3 altre chiese, cioè s. Marco d’ A miniano, i ss. Sergio e Bacco di Costanzinco, ed i ss. Massimo e Marcellìano pur di Costanziaco, le soggettarono alla chiesa di s. Lorenzo, a Condizione però che se alcuno di ior famiglia fosse sacerdote idoneo alla cura dell'anime, dovesse essere investito pievano di s. Lorenzo; altrimenti fosse ne’ parrocchiani la facoltà dell’elezione. Fu poscia appresso la chiesa di s. Lorenzo fabbricato un monastero per monache benedettine, alcune delle quali uscite di esso ne fondarono un altro contiguo alla chiesa di s. Marco d’Ammiano, il quale continuò a riconoscere come suo capo e superiore con annuo censo la badessa di s. Lorenzo. La chiesa di s. Marco fu pur chiamata di s. Cristina, per esservi stato deposto il suo sagro corpo, come dirò parlando dell’isoletta cui diè il suo nome. Oltre però le 3 chiese fondale da’ Fraudimi, altre 3 nell’isola d’Ammiano erano alla chiesa di s. Lorenzo soggette, cioè quella de’ss. Apostoli Fdippoe Giacomo, l’altra di s. Angelo, e la 3." di s. Andrea Apostolo, nelle due prime delle quali furono istituiti monasteri di monache, ed appresso la 3." Domenico Franco, prete ili s. Sofìa di Venezia, fondò un monastero di canonici regolari, per he nefieenza di Marco Greco pievano di s. Lorenzo, il qu.de nel l 179, coll assenso di Leonardo Donato vescovo di Torcel lo, donò la chiesa di s. Andrea e di s. Giacomo, cappella di s. Lorenzo,al Franco e suoi confl ati coll’annua cetiso il’una libbra il’ olio alla medesima chiesa di s. Lorenzo.Sopra tutti perònéll i»ola d’Am- ■ niano fu celebre il monastero de’ss. Felice e Fortunato, abitato per molli seco- li da’benedettini, che riconosceva la sua origine da altro monastero della città d’Aitino dedicato a s. Stefano protomartire, i di cui religiosi rifuggitisi per l’m- 7 1 5 vnsioni de’barbarì nelle venete Lagune, ivi fabbricarono il monastero di s. Felice. In questo chiostro nel g32 vestì l’abito e professò la regola di s. Benedetto il piissimo doge Orso Badoaro ossia Orso Partecipazio II, il quale dopo una vita religiosa ed esemplare, terminata con una felice morte, fu ivi sepolto, e il di lui nome per lo splendore di sue virtù viene dagli scrittori decorato col titolo di Beato. Questo monastero nel 1 199 l’accolse sotto la protezione della s. Sede Innocenzo III,con amplissime lettere direi-tea Leonardo abbate, poi arcivescovo di Zara. Ma nel secolo XIV resasi in quest’isola intollerabile l’aria, e per la frequente escrescenza deH’acque minacciandosi l'estremo eccidio del monastero, cominciando e»so a rovinare, determinarono i monaci di ritirarsi a Venezia nel monastero de’ss. Filippo e Giacomo ila loro fondalo, nel quale,ed iu quello d’Ammiano, poco a poco scemandosi il numero de’mouaci, d’ambedue restò padrone il solo abbate, per la cui negligenza ro-vino affitto il monasterod’Auiiniano. Dipoi l’abbazia colle sue rendite fu unita alla basilica di s. Marco, ed il monastero ile'ss. Filippo e Giacomo assegn ilo a’ primiceri della medesima, come narrai nei n 2 del § VI. Assai nolo per le cronache è altresì il ricordato monastero di s. Andrea d’A miniano perle sue rigide costituzioni, fra le quali eravi il divieto d'acquistare rendite fuori della diocesi ili Torcello; però essendo cresciuto a 61 il numero ile* canonici regolari, e divenuto frequente l’accesso de’poveri e ile’pellegrini, a’quali erano tenuti somministrare limosme, impetrarono i canonici nel ia3o da Papa Gregorio IX I’indulto d acquistar possessioni e stabili ¡11 qualunque luogo se ne presentasse l’occasione. Lo stalo florido de’canonici regolari per l'iiinaue vicende declinando, giunse a segm> che nel principio del secolo XV rimasto il luogo senza abitatori, fu nel ■ 436 da s. Lorenzo Giustiniani vescovo