tizia che questa Società c passata in mani francesi ed è stata interamente sottratta alla ingerenza italiana. I nostri ambienti politici ed economici sono così rassicurati che questa impresa non potrà più servire a scopi di propaganda italiana ». Nessuna ragione economica poteva spiegare il trapasso. Il nuovo gruppo francese, preso possesso dell’impresa italiana che provvedeva pure alla produzione del carburo c della cianamide, ne ha subito ridotto l’attività perchè essa minacciava concorrenza alla produzione similare delle sue altre imprese in Tunisia. L'esclusione del capitale italiano dalla Jugoslavia procede con metodo. Una fabbrica tessile serba di Nisc, di tale Ristich, che era in trattative con un gruppo italiano per una sua partecipazione finanziaria, è stata diffidata dall’autorità perche rinunciasse subito al suo piano. Basterebbe del resto contare i continui ricorsi di risarcimenti di danni presentati da sudditi italiani in Jugoslavia per i provvedimenti arbitrari presi contro il loro esercizio di commerci, industrie, professioni e mestieri. Ve ne sono stati (e possiamo dare i nomi) a Traù, Lissa, Pago, Lesina, Spalato, Veglia, Scbcnico : nelle isole e in terra ferma. L’autorità jugoslava ha anche annullato — contro i diritti assicurati agli optanti italiani dai trattati di Rapallo e Santa Margherita, dal tratato di commercio e navigazione del 1924 e dalla convenzione di Brioni .— l’iscrizione alle capitanerie di porto della Dalmazia delle imbarcazioni di loro proprietà, vietando così ogni loro lavoro dedicato alla pesca, che non è possibile senza questa iscrizione. Gli italiani hanno dovuto fare iscrivere le loro barche sotto nomi di cittadini jugoslavi: con gravi spese che falcidiano i loro scarsi profitti. E’ naturale che con questa politica repressiva l’investimento del capitale italiano in Jugoslavia sia in rapida diminuzione. Dopo la guerra esso ammontava a circa un miliardo di dinari : dopo la cessione della Stifid ai francesi è disceso a 600 milioni { oggi è sotto i quattrocento milioni di dinari — non più di cento milioni di lire.