danneggiato due ditte croate ma non ha espresso alcuna eguale parola di deplorazione per i gravi danni recati alle ditte italiane. Le sassate si rinnovano a Belgrado e altrove. Sono un nuova mezzo per far la vita grama e gli affari difficili agli italiani. Vi si aggiungono le vessazioni fiscali : secondo l’invito ispirato già mosso dal battagliero comitato dell’« A ciascuno il suo ». Il fatto è stato constatato in tutte le città dalmate e sopratutto a Spalato: maggiori tassazioni agli esercenti italiani in confronto di queili slavi: rigori inesorabili delle autorità doganali per le importazioni operate da commercianti italiani, sopratutto se si tratta di merce italiana: zelo massimo di tutte le autorità nell’applicazione fra gli italiani delle leggi, delle ordinanze e dei regolamenti. A loro volta i proprietari fondiari italiani sono premuti da imposte e censi rurali, con continue minacce di espropriazione, mentre i loro coloni sono pubblica* «¡ente incoraggiati a non pagare i fitti e le decime. Così repressa, isolata, minacciata, tutta la vita economica italiana è condannata all’agonia. I magazzini italiani si chiudono: i proprietari vendono a poco prezzo terre e case: e le merci italiane arrivano sempre più scarse sul mercato jugoslavo, mentre l’Italia continua ad essere il più importante prezioso mercato per l’esportazione jugoslava. Su questo punto conviene fermarse la nostra attenzione. I nostri scambi con la Jugoslavia hanno avuto negli ultimi anni questo andamento : Importazioni Export azioni (In milioni di lire) 534.« 3°3.9 637,7 267.5 . 7°6>5 261,9 409.9 168,9 1932 (9 mesi) . . . 191.* *3-4 E’ evidente lo squilibrio fra le nostre vendite e i nostri acquisti nei riguardi jugoslavi. Dopo quanto se detto e anche