UN TOUR DE FORCE DI PIERRE LOTI 27fl quell’ aspetto e che parecchie regioni sono assai fertili e ridenti. Pierre Loti, a quanto mi fu raccontato a Cet- tigne, ha fatto in questo genere di cose un vero tour de force. Arrivato a Cattaro con la nave, sulla quale prestava servizio come ufficiale di marina, ottiene dal suo comandante un permesso di ven- tiquattr’ ore, sale a Cettigne, vi arriva di sera, si ferma due ore, vede tre o quattro persone e riparte. E questo gli è bastato per fare un la- voro di un centinaio di pagine sul Montenegro, nel quale vi sono delle inesattezze imperdonabili. Nessuno, mi dicevano, mette in dubbio l’ingegno simpatico di Pierre Loti, nè le minime propor- zioni del nostro Principato; ma via! due ore, di notte, sono poche anche per scrivere del Monte- negro. Ed è naturale che lo scrittore francese ab- bia detto una quantità di cose non giuste, come egli stesso ha qualche tempo dopo riconosciuto lealmente. Da Cettigne ci siamo messi in strada per Rieka, 1’ antica città sulla riva del fiume che ha lo stesso nome, e dove c’ è il monastero che ha servito di rifugio per molti anni ai principi del Montene- gro, costretti, prima di fissarsi a Cettigne, a non aver capitale ed a stabilirsi or qua or là, nei punti ove potevano opporre più valida difesa contro il nemico. Al Montenegro. 18