- 60 - un tempo in Austria sostituiva le fedi nazionali e cementava l’unità dello Stato. Anche quella languisce. Allora, poiché nulla incendia in quell’ambiente di ghiaccio, rimane solo quell’egoismo avaro e ristretto che forma la caratteristica dell’impiegato austriaco di oggi. Servire per lo stipendio; disprezzare il popolo che si serve e odiare il lavoro che si compie ; per obbedienza ai costumi, andare in chiesa come bigotti, ma pensando con simpatia al deputato socialista che sta chiedendo l’aumento di stipendio per la classe; non avere nella coscienza nessuna nazionalità, ma dichiararsi appartenente ad una qualuque, secondo che nel momento conviene; conoscere tre lingne e non avere nessuna coltura; non avere nessuno amore per lo Stato e nessuna velleità di ribellione contro di lui. Ma c’è un punto, nel quale la scuola austriaca ha fallito in parte il suo compito, ed è la fusione delle nazionalità. I suoi fondatori e i propugnatori hanno creduto, che trovandosi insieme giovani di tre nazionalità finissero, se non col fondersi intimamente, almeno con lo spegnere le avversioni che da principio li dividevano. Vivendo ogni giorno la stessa vita, con le stesse vicende, trattandosi da vicini intimamente con quello spirito collegiale che è innato negli scolari, specialmente nelle scuole medie, si sarebbero formate fra loro amicizie e simpatie, che avrebbero fatto dimenticare le differenze nazionali. — 67 — I ragazzi italiani istruiti in tedesco e amici di slavi, magari fino ad entrare nel loro ambiente, avrebbero potuto diventare veri austriaci. Ma il calcolo era errato. Per quanto incoscienti fossero i genitori che avevano il triste coraggio di mandare i loro figli nelle scuole straniere, anche essi sentivano una istintiva avversione contro gli stranieri, e specialmente contro gli slavi. D’altro canto se non era la famiglia, erano i conoscenti, gli amici, l’aria, il loro sangue che ispirava un innato odio contro i nemici del paese. I bambini italiani entrando dunque nella scuola austriaca, per prima cosa guardavano in cagnesco i condiscepoli slavi, li consideravano nemici, badavano a non avvicinarli mai. Anohe nella scuola stavano sempre coi condiscepoli italiani e parlavano fra loro in italiano. Così ogni classe ha avuto il gruppo italiano, il gruppo slavo e il gruppo tedesco, stretti ognuno da una incoercibile solidarietà e nemici l’uno a l’altro. con la ferocia derivata dalla età dei combattenti e dalla continua convivenza. Questo fenomeno si è verificato specialmente negli ultimi anni, da quando cioè più forti si sono scatenate nel paese le lotte nazionali. E la lotta nazionale, una volta entrata violentemente anche nelle gelide aule della scuola austriaca, vi portò anche una rivoluzione più profonda. Che se ancora alcuni giovani italiani si lasciarono trasformare e degenerarono fino a