— 96 — scuola elementare la coscienza nazionale. E i fanciulli rimangono italiani, e le città dalmate per lei non sono ancora tutte croate. La Lega ha attratto nelle sue scuole anime ignare con la promessa delle cognizioni, del pane e delle Testi, e le ha rimandate sature di ideale e pronte a sacrificare per lui le resti il pane e la vita ; ha sorriso fra i bimbi nelle feste puerili, ma fra i canti e i lumi degli alberi di Natale ha insegnato loro un virile patriottismo; ha dato denaro e vesti anche a quelli che si dedicano agli studi medi e superiori, ma non con la noncurante carità della filantropia, che nel dare gode quasi la gioia egoistica del fare il bene, ma con la severa coscienza di fare un prestito che dovrà essere pagato poi ad usura in amor di patria, in sacrifizi, in lavoro. Ha per i suoi fanciulli che protegge, non l’amore della madre, ma le severe angoscio dei padri e degli educatori ; non si ammollisce ad adorare le testine bionde di bimbi ma pensa ad essi come a futuri soldati ; si insinua nei cuori del popolo con una aureola di poesia, ma è nel suo fondamento e nella sua azione essenzialmente e rigorosamente pratica. Erige le sue scuole con una strategia pacifica che supera ogni assalto nemico, maneggia gli incerti bilanci con la sicurezza di chi sta facendo affari lucrosi. Oggi sta facendo una lenta politica di concentrazione, che ripiega senza ritirarsi e stringe le difese senza cessare di dar battaglia su tutte — 97 - le fronti. Non più i posti più importanti e più gravemente minacciati sono i piccoli villaggi dell’Istria, ma le tre città più grosse della regione : Gorizia, Pola e Trieste. E la Lega, senza abbandonare un solo dei suoi posti avanzati, concentra le sue difese nelle grandi città: vuole completare quei provvedimenti di tutela nazionale che la politica filoslava del governo ostacola ai Comuni; ha eretto il ricreatorio a Trieste e lavora anche a Pola e a Gorizia. Lavora sempre, con il suo umile imperialismo, che difende dove la difesa è necessaria, ma sa anche attaccare dove l’attacco è possibile. E vince. Noi non sappiamo se siano vittorie più grandi quello con le quali riesce a difendere la nazionalità italiana sui confini, oppure le stesse questue fatte per alimentare questa difesa, con le quali riesce a sciogliere il gelo di tanti cuori freddi e destare il furore del patriottismo in tanta debole gente. Porse è maggiore quest’ultima vittoria, perchè avere soldati fedeli e ardenti è più difficile che vincere battaglie. Per questo, noi guardiamo con maggior amore le scuole bianche che si levano forse inutilmente nelle bianche sassaie del Carso. La loro esistenza e la loro attività, là nel territorio nemico, ci annunzia a tutte le ore, che dopo mezzo secolo di lotta, il nostro popolo sta ancora al suo posto, sulla breccia. 7