74 almeno una facoltà giuridica a Trieste e per le altre facoltà il riconoscimento degli studi fatti nel Regno. Il governo negò il riconoscimento e istituì una facoltà giuridica italiana a Innsbruck. Il giorno della sua apertura (3 novembre 1904), dopo un conflitto con gli studenti italiani la po polazione prese d’assalto la facoltà e la devastò completamente. Intanto gli studenti che dovevano frequentarla erano tutti in prigione. Il fatto di Innsbruck dimostrava meglio di ogni ragionamento teorico, che un scuola italiana non poteva esistere pacificamente e proficuamente se non in terra italiana. E gli italiani volevano precisamente Trieste, l’unica città dove era possibile che si foi’masse quel centro di vita nazionalmente intellettuale che doveva dar nuovo vigore alla nostra nazionalità in Austria. Il governo propose invece, ora Trento, ora Gorizia, ora Rovereto, ora Capo d’Istria. Da parte degli italiani si rispondeva col motto che rimase poi famoso : Trieste o nulla. Gli studenti italiani per protestare contro la caparbietà governativa fecero le dimostrazioni che ebbero tanta parte nella vita politica della nostra Regione e suscitarono tanta eco in Italia. A Graz, il 13 novembre 1907 si scontrarono in 116 contro 700 tedeschi in una zuffa donde uscirono una trentina di feriti. A Vienna, il 13 novembre 1908 avvenne un altro clamoroso conflitto che finì a revolverate. Ancora pochi mesi fa a Graz scoppiò un altro tumulto sanguinoso. E l’Austria tergiversa ancora. Nel 1909 il governo presentò un progetto, secondo il quale la facoltà giuridica italiana doveva essere istituita a Vienna, dove sarebbe rimasta 4 anni, per poi essere portata in una città italiana da destinarsi. Progetto assurdo e bislacco che gli italiani non accettarono, ma che, in fondo, era una proposta concreta. Ebbene, dal 1909 ad oggi, ogni anno, il progetto è presentato in Parlamento, votato in prima lettura, poi passato alla Commissione del bilancio che ne fa la discussione articolata e lo approva. Poi vengono le vacanze natalizie.... e tutto finisce. Alla ripresa dei lavori parlamentari la discussione in terza lettura è impedita, o da una ostruzione ceca o da una ostruzione rutena, o perchè il governo ha qualche altro progetto di legge più urgente, o perchè il Presidente dei Ministri se ne dimentica. Intanto mentre la stampa del Regno gode ogni anno del prossimo soddisfacimento dei postulati italiani, la cosa viene tranquillamente rimandata all’anno seguente, nel quale poi riprende la consueta via crucis. Ma la questione universitaria, per quanto insoluta e forse insolubile, non è stata inutile. Le dimostrazioni universitarie, ripercuotendosi in Italia, hanno forse per la prima volta, fatto ricordare ai regnicoli l’esistenza degli italiani