— 140 — diffamava con la sua rozzezza e le sue ridicolaggini. Sua Eccellenza rifiutò di stipendiarla più oltre e lasciò che si squagliasse. Ma se nel campo politico l’italianità era inattaccabile, nel campo economico doveva subire anche lei la crisi del socialismo. Il principe Hohenlohe, divenuto d’un tratto “ il principe rosso,, aiutò l’avvento dei socialisti con tutti gli innumerevoli favori, che un governatore austriaco può fare ai suoi prediletti. L’internazionalismo, come il governatore austriaco voleva, abolì di colpo la coscienza nazionale nei suoi seguaci e impegnò tutte le forze degli altri italiani nella difesa delle idealità nazionali, dall’ondata di negazione che le investiva. Intanto gli sloveni erano cresciuti, e Trieste stava attraversando un periodo di straordinario sviluppo. Stavano aumentando gli operai delle fabbriche e del porto, gli addetti alle case commerciali; dovevano venire nuovi ferrovieri e nuovi impiegati in tutti gli uffici dello Stato. Egli pensò di fare, che tutti questi che dovevano venire, venissero dalla Carniola e fossero slavi, aumentando così considerevolmente il numero già grande degli sloveni residenti in città. Così egli preparava per loro mezzo la sopraffazione etnica dell’elemento italiano, mentre dall’altra parte sguinzagliava i socialisti ad impedire la sua difesa nazionale. Un vero attacco su due fronti, eseguito con sistema, con calma, con ammirabile coerenza. — 141 — Ma nel maneggiare i due eserciti della sua offensiva il governatore sbagliò i calcoli più importanti : quelli sulla connessione e sulla durata delle due azioni. 0 credette che d’un colpo i 24.000 sloveni, che secondo i censimenti erano allora a Trieste, potessero diventare centomila ; 0 si illuse che il movimento socialista avrebbe potuto continuare ad impedire la difesa italiana per tutti i decenni, che erano necessari all’offensiva slava per poter trionfare. L’invasione slovena, poderosamente ma lentamente progrediente, rivelò invece agli italiani la falsità e pericoli dell’internazionalismo socialista e li fece sollevare in massa contro il tradimento che i demagoghi al servizio del “ principe rosso „ volevano commettere contro la patria. Per quanti siano oggi ancora a Trieste i socialisti, la coscienza nazionale è sfuggita oramai ai loro tentativi di assopimento e sta viva e vigile all’erta contro gli attacchi stranieri. Così l’attacco socialista in parte è stato frustrato e contro l’attacco slavo la difesa è vivissima e non inutile. Ma al Governo è toccato qualche cosa di peggio. C’era in città molta gente pacifica, obbediente, che non si sognava mai nemmeno lontanamente di fare della politica antigovernativa. 1 più erano impiegati del Governo, non abbastanza energici per essere austriaci militanti, ma nemmeno capaci di avere una qualsiasi idea